Cala a settembre il controvalore del portafoglio di titoli di Stato italiani detenuti da investitori stranieri. Lo rende noto la Banca d’Italia.
A settembre è sceso controvalore del portafoglio di titoli di Stato italiani detenuti da investitori stranieri. Lo rende noto Bankitalia, all’interno del supplemento al bollettino statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”. A settembre - evidenzia Palazzo Koch - il controvalore dei governativi italiani in mano a investitori non residenti nel Belpaese risultava pari a 688,014 miliardi di euro, in calo rispetto ai 695,063 miliardi del mese precedente.
La quota dei titoli del debito pubblico italiano in mano a investitori esteri (stando ai calcoli effettuati sulla base dei dati diffusi dalla Banca d’Italia) passa al 36,8% del totale rispetto al 36,9% di agosto.
Il portafoglio esteri comprende anche i titoli di Stato detenuti da investitori domestici tramite soggetti non residenti e quelli detenuti dalla BCE e dagli istituti centrali di altri Paesi.
Titoli di Stato Italia: i dati del Rapporto di stabilità finanziaria
Secondo il Rapporto di stabilità finanziaria pubblicato a novembre dalla banca centrale, nel mese di giugno il portafoglio dei titoli di Stato italiani in mano a investitori esteri veri e propri - ovvero sottraendo i titoli detenuti direttamente da Francoforte (e non tramite la Banca d’Italia) e da gestioni e fondi esteri collegati a investitori italiani - si attestava al 28,4%, in flessione rispetto al 28,8% di fine 2015 e al 30,0% di giugno 2015.
All’interno del supplemento di finanza pubblica al bollettino statistico, Palazzo Koch rileva inoltre che a ottobre il debito pubblico italiano si è attestato a 2.223,8 miliardi, in crescita di 11,2 miliardi rispetto a settembre.
Banche: Italia sotto lente ingrandimento BCE e Bruxelles
L’Italia continua a essere monitorata da Bruxelles non solo sul fronte del debito ma anche e soprattutto in merito alla questione banche. Tuttavia, il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ritiene che i problemi degli istituti di credito italiani non innescheranno una nuova crisi nella zona euro.
“Non credo si dovrebbe guardare ai problemi delle banche italiane come fossero irrisolvibili”, ha spiegato il lussemburghese in un’intervista concessa ieri all’emittente televisiva tedesca Zdf.
Peter Praet, capo economista della BCE, al quotidiano tedesco Die Zeit ha affermato che in Italia ci sono troppe banche e che non sono abbastanza profittevoli.
Il settore - ha ribadito Praet - necessita di una ristrutturazione. Ad ogni modo la normativa europea in materia di risoluzioni bancarie lascia spazio a un intervento pubblico, ha aggiunto l’economista dell’Eurotower in riferimento alla questione Mps.
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