Il differenziale fra i Treasury a 10 anni e a 3 mesi non è l’unico sotto pressione. Abbiamo analizzato tutta la curva per scadenze statunitense: sono più della metà gli spread “invertiti” negli Stati Uniti
Venerdì è giunto al grande audience globale l’evidenza di un fenomeno preoccupante che non accadeva dal 2007: i rendimenti del titolo di Stato Usa a 3 mesi hanno superato quelli dell’omonimo decennale.
Questo fenomeno tecnicamente si chiama “inversione della curva dei tassi”, un segnale anticipatore molto forte di una nuova recessione. Il segnale ha fatto andare nel panico gli investitori, che hanno colpito con pesanti vendite il mercato azionario. Solo nello scorso 22 marzo, l’indice VIX, che misura la volatilità implicita delle opzioni sull’S&P 500, ha segnato un balzo di oltre 28 punti in pochissime ore.
Questa mattina l’allarme sembra rientrato sulle scadenze decennali (il differenziale contro la carta a breve termine è tornato a loro favore), ma a scontare l’inversione della curva non è solo quel tratto.
Come infatti vediamo dalla tabella elaborata in pagina le scadenze dove si verifica l’inversione sono molteplici. In quali punti si ha, al momento della scrittura, un’inversione della curva?
Per rispondere abbiamo creato una matrice con diverse scadenze, nello specifico a 1, 3, 6 mesi e 1, 2, 3, 5, 7, 10 e 30 anni.
Dalla tabella si è osservato che, in particolar modo tra il mese e i 7 anni, le curve hanno iniziato a sostare al di sotto dello zero. Interessante osservare come il titolo di Stato a 1 mese offra rendimenti più alti di 17,76 punti base rispetto alla scadenza ben più dilatata dei 7 anni.
La scadenza più importante però, ad oggi sembra essere riuscita a portare il suo rendimento sopra a tutte le scadenze più brevi. Il pericolo è tutt’altro che scampato, basta infatti vedere che tra il bond governativo statunitense a 3 mesi e quello a 10 anni passano appena 2,3 punti base.
Inversione della curva dei tassi Usa: perché preoccuparsi?
La curva per scadenza dei titoli di Stato Usa. Fonte: Bloomberg
In sostanza, se consideriamo gli yield una misura del rischio percepita dagli investitori (più un rendimento è alto più l’asset è “pericoloso”), oggi gli investitori considerano un investimento di breve periodo nel debito Usa più rischioso di quello nel medio-lungo. Di norma, vista la maggiore aleatorietà nei periodi di tempo più lunghi, questo non dovrebbe accadere. Nel grafico sopra abbiamo evidenziato con il cerchio in giallo la parte della yield curve Usa “invertita”, ossia quella che corrisponde alle scadenze a breve termine che prezzano rendimenti più alti delle scadenze successive a più lungo termine.
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