Trading: il 90% dei volumi è fatto da macchinette - JPMorgan

Flavia Provenzani

16 Giugno 2017 - 14:34

Solo il 10% del volume di trading è dato da persone in carne ed ossa che investono sui mercati finanziari. Il resto è fatto dalle macchine.

Trading: il 90% dei volumi è fatto da macchinette - JPMorgan

L’investimento quantitativo basato su algoritmi informatici e il trading eseguito dalle cosiddette “macchinette” ammonta al 90% del volume degli scambi che avvengono sui mercati azionari, secondo un nuovo report di JPMorgan.

Nonostante la grande quantità di analisi fondamentali che spiegano l’azione dei prezzi, la maggioranza degli investitori sull’azionario al giorno d’oggi non fa trading sulla base dei fondamentali specifici di borsa, come spiega Marko Kolanovic, a capo della ricerca quantitativa e sui derivati presso JPMorgan.

Kolanovic stima che “operatori fondamentali discrezionali” rappresentano solo il 10% del volume degli scambi in azioni. L’investimento passivo e quantitativo rappresenta circa il 60%, più che raddoppiando il peso della sua quota di un decennio fa.

L’improvviso calo del comparto tech di Wall Street tra venerdì e lunedì per l’analista è attribuibile ad un cambio di strategie quantitative o ai trader che utilizzano algoritmi informatici.
A metà maggio, Kolanovic ha dichiarato che i fondi hanno acquistato molte obbligazioni, spingendo al rialzo i titoli volatili e i titoli a forte crescita. I titoli di valore, con beta basso e quelli delle piccole società hanno cominciato a scendere in un processo soprannominato "la dissoluzione del trade sulla “reflazione di Trump”.

«La pressione rialzista sui titoli a bassa volatilità e ad alta crescita e la pressione ribassista sui titoli value e ad alta volatilità hanno raggiunto il picco nei primi giorni di giugno (a causa dei riequilibri mensili) e poi si è rapidamente riacceso, affossando le azioni FANG (Facebook, Amazon.com, Netflix e Google Alphabet, ndr)»,

si legge nel report.

Oltre ad Apple, i grandi nomi legati alla tecnologia sono scesi di oltre il 3 per cento venerdì scorso e sono scesi nuovamente, spingendo l’indice Nasdaq a registrare la discesa più estesa dallo scorso dicembre.
Tuttavia, «il contributo proveniente da questi enormi riequilibri è ormai finito», secondo Kolanovic, mostrando come i derivati sullo S&P abbiano sostenuto la ripresa del mercato all’inizio di questa settimana.

"$1.300 miliardi in opzioni sullo S&P 500 scadono il venerdì, e questo cambierà il posizionamento dei dealer.
Ciò può portare ad un modesto aumento della volatilità di mercato a partire da venerdì e nella prossima settimana".

Fonte: CNBC

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