Al momento della trasformazione dell’assegno ordinario in pensione di vecchiaia, come viene calcolato l’importo dell’assegno?
L’assegno ordinario di invalidità, riconosciuto a chi ha perduto almeno due terzi della capacità lavorativa, viene erogato fino al compimento dei 67 anni in presenza dei requisiti sanitari richiesti, dopodiché si trasforma automaticamente in pensione di vecchiaia. Ma questo non significa certamente che l’importo rimane invariato.
Rispondiamo alla domanda di un lettore di Money.it che ci scrive:
“Buongiorno vorrei un chiarimento. Sono attualmente dipendente di alleanza assicurazioni spa e titolare di assegno ordinario di invalidità dal 2009 all’epoca 52enne. Nel 2024 all’età di 67 anni l’assegno verrà trasformato in pensione di vecchiaia.
Nella trasformazione, considerando che una parte della mia pensione è stata calcolata con il metodo contributivo, si tiene conto del coefficiente di conversione più favorevole relativo ai 67 anni raggiunti o resta il calcolo effettuato al primo riconoscimento dell’assegno? Grazie anticipatamente”.
Assegno ordinario e pensione di vecchiaia
Al compimento dei 67 anni l’assegno ordinario di invalidità cessa di essere erogato ed al suo posto viene corrisposta, invece, la pensione di vecchiaia. In entrambi i casi le prestazioni sono calcolate sui contributi versati e sull’età del richiedente e proprio per questo non sempre l’importo della pensione di vecchiaia è uguale a quello dell’assegno ordinario.
Ovviamente nel calcolo della pensione di vecchiaia sarà sicuramente preso in considerazione, per la parte contributiva dell’assegno, il coefficiente di trasformazione riferito all’età di accesso, ovvero 67 anni, maggiormente favorevole. Inoltre anche la quota retributiva della pensione, che prende in esame gli ultimi 5 o 10 anni di retribuzione, potrebbe subire una modifica se, nel corso degli anni la sua retribuzione è migliorata.
Da tenere presente, inoltre, che nel calcolo della pensione saranno presi in considerazione anche i contributi versati dopo l’ultimo riconoscimento dell’assegno ordinario e, quindi, appare lecito presumere che la pensione di vecchiaia avrà un importo superiore di quanto percepito a titolo di assegno ordinario di invalidità.
In ogni caso, se così non fosse, per gli invalidi titolari di assegno che accedono alla prestazione di vecchiaia, in sede di trasformazione viene riconosciuto il trattamento maggiormente favorevole mettendo a confronto l’assegno ordinario e l’assegno spettante a titolo di pensione di vecchiaia (nel caso, ad esempio, che la retribuzione sia peggiorata negli ultimi anni di lavoro e questo comporti un significativo cambiamento della quota retributiva della pensione o che il titolare abbia deciso di smettere di lavorare dopo il riconoscimento del beneficio).
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