Usa toni duri Marco Travaglio nel suo editoriale sul Fatto Quotidiano: nel mirino quello che sarà il ruolo di Berlusconi nel governo 5 Stelle-Lega.
In queste settimane di trattative post voto Marco Travaglio non ha mai nascosto quale fosse il suo auspicio: un governo del Movimento 5 Stelle appoggiato dal Partito Democratico magari “derenzizzato”.
Invece quello che sta per nascere sarà un esecutivo targato 5 Stelle-Lega con il beneplacito di Silvio Berlusconi: un particolare questo che non va proprio giù al direttore de Il Fatto Quotidiano che, aspettando di vedere il programma di governo e la squadra dei ministri, parla già di una possibile “pagliacciata”.
Il Travaglio furioso
Negli ultimi anni il Fatto Quotidiano è stato da sempre definito come il giornale meno ostile nei confronti del Movimento 5 Stelle. Anche il suo direttore Marco Travaglio spesso ha elogiato le proposte, specie quelle in materia di Giustizia, fatte dai pentastellati.
Ecco perché i toni più che duri con cui il giornalista ha accolto l’ormai imminente accordo di governo tra i 5 Stelle e la Lega pesano più di tutti gli altri. L’elemento di disappunto maggiore è sempre lo stesso: Silvio Berlusconi.
Tutta la trattativa delle ultime ore è stata incentrata su una questione ben precisa: Salvini voleva fortemente definire l’accordo con il Movimento, ma al tempo stesso non voleva spaccare il Centrodestra per non mettere al rischio le regioni e i comuni governati assieme.
La soluzione quindi è stata trovata: la coalizione è salva visto che Berlusconi ha concesso una sorta di permesso alla Lega di fare un governo assieme ai grillini, con Forza Italia che rimarrà fuori da questo esecutivo.
Ma a quale prezzo è arrivato questo compromesso si chiede Travaglio? Questo è il punto che fa venire i maggiori dubbi al direttore del Fatto Quotidiano, che si domanda nel suo ultimo editoriale quanto il leader di Forza Italia potrà influire sulle scelte del prossimo governo.
Per scoprirla basta porsi una domanda: perché oggi B. autorizza Salvini a fare ciò che per oltre due mesi gli ha furiosamente proibito? Delle due l’una. O solo perché ha paura del voto. O anche perché ha ottenuto quelle “garanzie” che ha sempre preteso dai governi non suoi per non scatenare la guerra termonucleare: favori a Mediaset e nessuna norma contro le quattro ragioni sociali della sua banda (corruzione, evasione fiscale, mafia e conflitto d’interessi). E chi può avergliele date? Ovviamente Salvini che, con Di Maio, tratta per conto di tutto il centrodestra. E qui casca l’asino con tutta la foglia di fico: trattare con Salvini-e-basta è un conto, trattare con Salvini che tratta anche per conto di B. è tutt’altro.
Fondamentale quindi secondo Marco Travaglio sarà vedere la composizione della squadra di governo e, soprattutto, chi verrà messo nei ministeri chiave ovvero quelli che starebbero più a cuore a Berlusconi.
E un governo che nasce sul non detto è destinato a non fare. In ogni caso, se nascerà, lo capiremo subito. Dal nome del premier, e soprattutto da quelli dei ministri della Giustizia e delle Telecomunicazioni. E dal testo del “contratto” fra i due alleati: se recepirà le storiche battaglie del M5S contro i conflitti d’interessi, le concentrazioni televisive e pubblicitarie, la corruzione, la prescrizione e le mafie, e anche l’ottimo proposito annunciato da Salvini in campagna elettorale di “mandare in galera gli evasori”, sapremo che B. è davvero fuori gioco e ha subìto il governo M5S-Lega per il terrore del voto, senza contropartite.
Non rimane dunque che aspettare la definitiva fumata bianca per vedere come si andrà a strutturare questo governo giallo-verde. L’unica cosa che al momento appare certa, è che Travaglio comunque non appare disposto a fare sconti a questo primo storico esecutivo che vedrà la presenza del Movimento 5 Stelle.
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