Nel libro Friedman sostiene che il ministro Tria avesse timore del leader del M5S Luigi Di Maio e cercava di evitare di incontrarlo. Inoltre il titolare di Via XX settembre avrebbe provato a dimettersi per ben due volte
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, è pronto ad adire le vie legali contro il giornalista Alan Friedman che nell’anticipazione del suo nuovo libro si è scagliato contro l’operato del titola di Via XX settembre.
Lo ha confermato il MEF stesso con una nota ufficiale fatta circolare a metà di questa mattina:
«Il Ministro Tria smentisce nel modo più categorico, in quanto destituita di qualsiasi fondamento, la ricostruzione che lo riguarda contenuta nell’anticipazione del libro di Alan Friedman pubblicata oggi sul giornale La Stampa»
.
Il noto scrittore e giornalista ha analizzato l’attuale situazione politica italiana e le sue ricadute internazionali in ambito finanziario ed economico. Secondo l’esperto la fine del governo giallo-verde con l’uscita di scena di Matteo Salvini ha provocato un grande sospiro di sollievo in mezzo mondo. Così l’autore americano:
«Con il nuovo governo M5S-PD, gli investitori internazionali hanno fatto un grande sospiro di sollievo. Lo spread è sceso e c’è di nuovo ottimismo. Per la prima volta dopo oltre un anno, per l’Italia si prospetta un periodo di collaborazione e non di chiusura, di muro, nei confronti dell’Europa. Il cambio di governo non può far che piacere all’Europa che si è sentita insultare dall’Italia negli ultimi 14 mesi. Finalmente l’Italia si è ricordata che non è un Paese sovranista anti-euro ma uno dei membri e degli Stati fondatori dell’Unione Europea. Questo cambio è positivo per l’Italia, per l’Europa, per l’economia: vuol dire stabilità, vuol dire che non si fa la flat-tax, vuol dire che si cercherà di lavorare al meglio per la tutela dei risparmi».
Friedman contro Tria: “pessimo ministro del’economia”
Per Friedman l’urgenza più prossima riguarda il disinnesco delle clausole IVA. Per questo ruolo il giornalista auspica non vi sia più la figura di Giovanni Tria al MEF:
«Se fosse una persona come Daniele Franco, ragioniere generale dello Stato, che conosce benissimo anche tutti gli scheletri nascosti negli armadi della finanza pubblica, sarebbe molto positivo. Perchè una persona così esperta saprebbe dove mettere mano. Piacerebbe moltissimo anche all’Ue, visto che è una persona competente, seria, non politicizzata, non sovranista e non demagogica, che non insulta l’Europa. Un ministro così, al posto di Tria, sarebbe una buona notizia per i mercati, per l’Europa e per l’Italia».
Tra le altre cose, nel libro Alan Friedman sostiene che il ministro Tria avesse timore del leader del M5S Luigi Di Maio e cercava di evitare di incontrarlo. Inoltre, secondo la ricostruzione di Friedman, Tria avrebbe provato a dimettersi per ben due volte, ma fu bloccato dal presidente della Repubblica.
Per questo la reazione del titolare di Via XX settembre è stata così plateale tanto da richiedere un comunicato ufficiale del MEF:
«Una volta letto il libro - si legge nella nota - il ministro si riserva di adire le vie legali nei confronti dell’autore, a tutela sia della verità dei fatti sia della propria reputazione».
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