La truffa dei diamanti torna a far parlare di sé: l’inchiesta è stata chiusa
La truffa dei diamanti è tornata ancora una volta sulle prime pagine dei quotidiani nazionali.
Il nucleo reati economico-finanziari della Guardia di Finanza milanese ha comunicato la chiusura delle indagini che hanno coinvolto diverse banche italiane (come attori principali) e diversi personaggi famosi (in qualità di vittime).
La chiusura dell’inchiesta ha lasciato comunque innumerevoli strascichi: ad oggi i profitti illeciti derivanti dalla truffa dei diamanti sono stati stimati in almeno mezzo miliardo di euro. Le persone frodate? Centinaia.
Truffa diamanti: cosa è successo
MPS, UniCredit, Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Banca Aletti: sono queste le cinque banche italiane travolte dalla truffa dei diamanti.
Secondo le autorità le frodi si sarebbero verificate tra il 2012 e il 2016, anni in cui due società, Intermarket Diamond Business spa (IDB) e Diamond Private Investment spa (DPI), avrebbero dato il via alle attività di vendita avvalendosi dell’appoggio degli istituti di credito citati.
Questi ultimi a loro volta avrebbero consigliato ai clienti di acquistare le pietre preziose gonfiando le potenzialità di un investimento praticamente inutile: parte di esso sarebbe stato destinato al pagamento delle commissioni, dell’IVA e di altre voci. E se qualcuno avesse voluto disinvestire? Altri soldi da sborsare.
E adesso?
A cadere vittime della truffa dei diamanti sono state circa 300 persone tra cui Vasco Rossi, che tra il luglio del 2009 e l’ottobre del 2011 ha sborsato complessivamente più di due milioni e mezzo.
La chiusura delle indagini aprirà ora le porte alle richieste di processo per ben 87 persone fisiche e 7 persone giuridiche che dovranno rispondere alle accuse di truffa aggravata e continuata, autoriciclaggio, ostacolo alla vigilanza e corruzione privata.
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