I dazi di Donald Trump sono stati ufficializzati. Il presidente ha firmato. Quali conseguenze sui mercati internazionali?
I dazi di Donald Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio sono una realtà.
Gli osservatori internazionali si stanno già interrogando in merito alle possibili conseguenze di questa scelta, soprattutto alla luce della posizione Ue, pronta a rispondere al fuoco commerciale con un pacchetto di contromisure da 2,8 miliardi di euro.
La firma dei dazi per mano di Trump ha in realtà già determinato alcune conseguenze sull’andamento dei titoli all’acciaio e all’alluminio legati.
L’offensiva protezionistica del presidente, intanto, continua a spaventare non soltanto i mercati, ma anche le banche centrali. Nella riunione BCE di ieri, giovedì 8 marzo, Mario Draghi ha calcato sul punto, definendo i problemi commerciali come un rischio da non sottovalutare.
“Qualsiasi convinzione uno abbia sul commercio, siamo certi che questa debba essere discussa non sulla base di decisioni unilaterali, che sono tra l’altro pericolose. C’è preoccupazione in merito allo stato delle relazioni internazionali. Se imponi tariffe sui tuoi alleati uno si domanda, chi sono i miei nemici?”,
ha affermato il presidente in sede di conferenza stampa, qualche ora prima dell’approvazione definitiva dei dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio.
Trump spaventa: i dazi della discordia
Le perplessità internazionali non sono bastate a frenare le mire protezionistiche di Donald Trump. Qualche ora fa il decreto è stato firmato; con esso il presidente ha ufficializzato l’introduzione di un dazio del 25% sulle importazioni di acciaio e l’introduzione di una tariffa del 10% sull’import di alluminio.
“Proteggo i lavoratori americani, proteggo la sicurezza nazionale”.
Con queste parole Trump ha giustificato e motivato l’introduzione dei dazi della discordia che hanno messo in allarme il commercio e le relazioni internazionali ed hanno altresì provocato le inattese dimissioni del consigliere economico n°1 del presidente, Gary Cohn - l’addio del repubblicano moderato ha scosso i mercati generando un clima di pesantezza che dagli USA si è presto esteso a macchia d’olio, dall’Asia fino all’Europa.
L’acciaio e l’alluminio risultano ad oggi due metalli strategici per gli americani, soprattutto per quel che riguarda la produzione di armamenti. Non soltanto Trump vuole evitare che le proprie riserve militari vengano costituite all’estero, ma vuole altresì impedire che i tagli alle tasse derivanti dalla riforma fiscale vadano a favorire i Paesi che importano negli USA.
Una precisazione è comunque d’obbligo. I dazi sull’import non si applicheranno (almeno per il momento) al Canada e al Messico, Paesi amici e alleati, per dirla con le parole di Trump, ma soprattutto nel bel mezzo delle negoziazioni per la revisione del NAFTA.
Le conseguenze
Dura ed immediata la reazione di Paul Ryan, lo speaker della Camera, che non ha mancato di far emergere tutte le sue perplessità sui dazi di Trump.
“Sono in disaccordo con questa azione e temo le sue non volute conseguenze. Continueremo a sollecitare l’amministrazione affinché questa politica si concentri su quei Paesi e quelle pratiche che violano le leggi commerciali.”
Immediate le conseguenze anche sui titoli legati ai metalli citati. Con riferimento a Wall Street, aziende del calibro di Nucor, US Steel e AK Steel, hanno archiviato la sessione di ieri con ribassi superiori ai 3 punti percentuali. Eppure, tutti i principali indici del mercato USA hanno chiuso gli scambi in rialzo:
- Dow Jones: +0,38%;
- Nasdaq: +0,42%;
- S&P500: +0,45%.
In deciso rialzo anche il dollar index dopo gli ufficializzati dazi di Donald Trump. Dai minimi di ieri su quota 89,54, l’indice è schizzato sopra i 90,20, mentre al momento della scrittura si è riportato su quota 90,16.
15 giorni di tempo per “evitare” conseguenze
Se il Canada e il Messico sono stati esentati dai dazi su acciaio e alluminio, al resto del mondo e dei suoi alleati Donald Trump ha concesso 15 giorni di tempo per cercare delle alternative valide o comunque per negoziare qualche eccezione alle tariffe. L’obiettivo del presidente? La reciprocità di tassazione, un vero e proprio tuffo nel protezionismo.
È ancora poco chiaro il modo in cui Trump sceglierà di muoversi nei confronti dell’Europa. Negozierà con ogni singolo Stato? Improbabile, data la presenza della Ue. Per ora i Paesi alleati sono stati invitati ad offrire soluzioni alternative su cui riflettere, mentre le reazioni dei funzionari europei non si sono fatte attendere.
“La Ue è uno stretto alleato degli Stati Uniti; continuiamo a essere del parere che debba essere esclusa da queste misure”,
ha affermato il Commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malmstrom.
Mentre il mondo intero e i mercati si interrogano sulle possibili conseguenze dei dazi sull’alluminio e sull’acciaio, sono in molti ad aver già condannato la decisione di Trump: il Regno Unito, la Cina (che non è la più colpita dai dazi) e la Corea del Sud sono soltanto alcuni esempi di una preoccupazione ormai diffusa.
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