Alla Bit 2022 si è imposto il trend del turismo lento, consapevole e personalizzato. Ce ne parlano i protagonisti dell’offerta delle regioni italiane
L’edizione 2022 della Borsa Internazionale del Turismo di Milano, storico appuntamento per turisti e operatori, si è svolta in presenza dopo l’edizione virtuale del 2021 e ha detto che il turismo è in ripresa.
Trend confermato dai dati dell’indagine di Demoskopika rilasciati in concomitanza con la fiera milanese: per tutto il 2022 si stimano 343 milioni di turisti in Italia (+35% rispetto al 2021), di cui 92 milioni (+43%) in arrivo dall’estero, per un fatturato di settore di 26 miliardi di euro (+11,8%).
Per quanto riguarda le prossime vacanze estive, si muoveranno 30 milioni di nostri connazionali e 9 volte su 10 rimarranno in Italia. Nemmeno un terzo di loro ha già prenotato e chi lo ha fatto è per lo più un millennial, ossia è nella fascia fra 18 e 35 anni.
La Bit 2022, che nel 2023 si terrà dal 12 al 14 febbraio, ha provato ad assecondare i trend tecnologici del momento, come la realtà virtuale e il metaverso, ma ha dovuto convergere su un tema concreto, di sostanza.
La Bit ha infatti portato alla luce il vero trend di quest’anno.
Parliamo del turismo sostenibile, quello definito anche lento (slow), etico e rispettoso di ambiente e diversità: turismo green e attenzione alle persone sono una cosa sola.
Un turismo che in Italia deve essere capace, secondo quanto ha detto il ministro Massimo Garavaglia, di essere anche “revenge”, ossia di assecondare, terminate le restrizioni della pandemia, il desiderio delle persone di fare una vacanza per compensare i periodi di isolamento e anche di farlo in luoghi di prossimità, in ottica sostenibile.
Viaggio nelle regioni sostenibili
Per Garavaglia occorre cogliere il momento e girarlo a proprio favore, anche grazie alle proposte della Bit che, contrariamente alla fiera del turismo internazionale di Berlino (lo scorso marzo), ha avuto la capacità di portare manager e buyer, che prima di tutto sono persone, a confrontarsi davvero.
Bando alla realtà virtuale, quindi, e spazio alle idee e all’offerta di turismo sostenibile.
Per capire il quadro di riferimento abbiamo incontrato e intervistato alla Bit 2022 alcuni fra i principali decisori regionali.
La situazione geopolitica sta mandando segnali di incremento per il turismo di prossimità, proprio come accadde nel 2020, con la riscoperta delle seconde case e il ritorno ai luoghi di origine.
La sostenibilità non è per vecchi
Direttore marketing Promoturismo Friuli Venezia Giulia, una Destination Management Organization territoriale atipica (“perché promuoviamo il prodotto, ma lo costruiamo anche: siamo titolari delle spiagge di Lignano e Grado e degli impianti sciistici”), Bruno Bertero pensa che quest’anno “vedremo un bis della pandemia, con la necessità di viaggiare nelle bolle sicure. Ma il tema vero è che tutti i turisti hanno scelto la prossimità”.
Ma che correlazione c’è fra prossimità e sostenibilità? Nessuna, per Bertero, o se c’è è minima: “la sostenibilità è appannaggio di millennial e gen X, non è dei boomer. Gli stessi austriaci alto spendenti, vengono da noi con la macchina. Poi semmai cerca sul territorio soluzioni sostenibili. È l’under 30 a essere sensibile alla sostenibilità”.
E il Friuli Venezia Giulia guarda a loro: “abbiamo selezionato 150 punti di intervento per migliorare la nostra sostenibilità, fatto formazione interna, curato la parità di genere: abbiamo una manager della sostenibilità. Siamo consapevoli che la sostenibilità è cara, impone scelte costose. Ma la Slovenia l’ha iniziata 20 anni fa e ora è una best practice”. E ciò adesso il fatturato sostenibile del turismo friulano è del 35%.
Ma come la mettiamo con gli under 30 che in genere sono basso spendenti?
“Non è vero che lo sono: piuttosto sono consapevoli della spesa che fanno. Del resto ce lo dice booking: l’86% di questi utenti sceglie la camera in base ai requisiti di sostenibilità”.
Fra cinque anni ci sarà ancora qualcosa di non sostenibile nel turismo? “Si, ma sarà destinato a morire”.
Passa e resta lo straniero
Chi non ha nessuna voglia di perire, a fronte di un turismo sostenibile da costruire con giudizio è il Distretto Turistico dei Laghi dei Monti e delle valli dell’Ossola, diretto da Francesco Gaiardelli,
“Il nostro territorio è incuneato fra due cantoni svizzeri, abbiamo come bacino di utenza province di Milano e di Varese e pre Covid avevamo un flusso di utenza all’80% straniero. Abbiamo estrema necessità di creare reti di spostamento veramente green”. Allo scopo il distretto ha prodotto uno studio di fattibilità sulla ciclopedonabilità dei tre laghi (Maggiore, Orta e Mergozzo).
Un distretto che per l’outdoor è la prima destinazione piemontese, per sentieri e navigabilità in fatto di turismo sostenibile ha come primo target “le famiglie, da richiamare con il turismo di prossimità, ma tenendo presente che la capacità di spesa del turismo medio italiano è inferiore a quella del turista straniero”.
Anche l’Assessore al turismo della Liguria, Gianni Berrino, vuole mantenere l’equilibrio fra l’esigenza del turismo sostenibile e il richiamo dei turisti stranieri.
“Il nostro territorio per come è fatto non si adatta a grandi masse. Obiettivo è far cresce i numeri, in modo omogeneo sul calendario. Per esempio, le cinqueterre sono prese d’assalto da milioni di turisti, cosa che contrasta con il mantenere il territorio visitabile. Tutto il territorio montano ha borghi sentieri stretti”.
Turismo vuol quindi dire anche scaglionare i turisti. «Ma per intercettare turisti da Svizzera, Germania, Olanda, Francia, è fondamentale mantenere intatto il territorio».
Berrino lo fa insieme all’assessorato all’agricoltura, curando l’offerta di prodotti enogastronomici. E ha trovato un modo ligure per rendere fattibile la missione: “dal 2017 abbiamo creato un elenco dei prodotti turistici territoriali, sono oltre 500 fra oggetti, prodotti, azioni che si possono fare: visitare uliveti per capire come il territorio è cambiato, visitare le cosiddette vigne eroiche nei terrazzamenti delle Cinque Terre e del Ponente”.
Ma per quale turista?
“Un turista trasversale, specie dopo il Covid, che cerca l’esperienza più personale possibile. Semmai la difficoltà negli anni sarà coniugare la sostenibilità, che coincide con la personalizzazione, con il fare i numeri che al sistema turistico servono per progredire. Nel 2019 avevamo in Liguria il 49% stranieri e il 51% italiani. Il 2020 lo saltiamo, nel 2021 c’erano 33% stranieri e 66% italiani. Quest’anno risaliranno gli stranieri”.
18mila chilometri di Toscana
In tema di turismo sostenibile Leila Pruneti, di Toscana Promozione Turistica, azienda diretta da Francesco Tapinassi, ha espresso seria cautela o cauta serietà. Ci ha detto infatti che il turismo sostenibile è una tematica da seguire attentamente: bisogna monitorare bene l’offerta che si propone, perché raggiungere la vera sostenibilità è difficile.
Cosa fa allora la Toscana concretamente? “Lavoriamo alla mappatura completa dei percorsi in bici, sarà pronta fra luglio e settembre, con tutti i 18mila km di percorso”.
L’iniziativa fa parte della strategia per decongestionare i centri storici, per favorire un turismo lento, sempre più a contatto con la natura.
“La Toscana crede molto nel favorire nuove forme di mobilità dolce. Ma per farlo bisogna che le infrastrutture ci siano. Per la nuova mobilità elettrica servono stazioni di ricarica diffuse e noi stiamo lavorando in tal senso”.
Un altro fattore di stimolo al turismo sostenibile per Pruneti è l’enogastronomia.
Con il Progetto Vetrina Toscana “facciamo capire che l’eccellenza del cibo oltre a essere un forte motivo che innesca la decisione di un viaggio è al tempo stesso anche un grimaldello generale per attrarre visitatori e un’icona reale di turismo sostenibile che fa leva sui concetti del rispetto della stagionalità dei prodotti, della produzione a chilometro zero”, della tipicità consapevole e dunque per questo sostenibile.
Turismo slow ed esperienziale
Con Veneto Waterways, le vie dell’acqua tra natura e cultura, la Regione Veneto intende promuovere un del turismo esperienziale e slow legato al patrimonio delle vie di navigazione. Un progetto da 600mila euro orientato a valorizzare non solo vie d’acqua, ma anche la terra ferma circostante, per portare turisti in Laguna percorrendo percorsi inconsueti.
E che il turismo sostenibile sia quello lento è chiaro anche alla Regione Lazio, il cui assessorato al Turismo diretto da Valentina Corrado sta puntando a dare evidenza ai cammini: oltre alla via Francigena che tutti conoscono si sta promuovendo la via Francigena del Sud, che porta in direzione della Terra Santa, i cammini di San Francesco e San Benedetto.
Obiettivo è spostare l’attenzione: il cittadino stanziale rispetto al cittadino momentaneo (la nuova definizione di turista) non sempre si rende conto del grado di accessibilità che deve avere una località turistica.
L’intento allora è valorizzare le altre località attorno Roma, ma al tempo stesso valorizzare Roma per chi sceglie la natura.
Più notti più sogni più experiences, è la misura scelta per offrire a chi soggiorna nel Lazio una notte in più a chi ne prenota due, e due in più a chi ne prenota cinque, tenendo conto che nel 70% dei casi si tratta di una proposta di turismo lento, sostenibile, esperienziale nei borghi.
La Lombardia è sostenibile
La sostenibilità è certamente una delle principali linee trasversali di intervento per lo sviluppo del settore turistico per Lara Magoni, Assessore al turismo della Regione Lombardia.
“Non esiste turismo senza progetti legati alla sostenibilità, con ricadute sulla mobilità. La promozione di un turismo più sostenibile e responsabile concorre a mitigare il fenomeno dell’overtourism, elevando l’esperienza turistica dei viaggiatori e la qualità della vita dei residenti. Sostenibilità fa rima con territori, occasione da cogliere al volo, elemento distintivo per le imprese della filiera turistica”.
Regione Lombardia ha creato bandi e progetti in cui la sostenibilità è l’elemento centrale: “Il nostro obiettivo è valorizzare le bellezze naturali e paesaggistiche di un territorio green, dove il connubio tra ecosistema, attività outdoor ed enogastronomia regala esperienze uniche, in sicurezza”.
La montagna fa il 40% del territorio lombardo e in vista delle Olimpiadi 2026 questo ha un peso internazionale. Ma prima ancora lo avrà Bergamo-Brescia capitale della cultura 2023. “Servizi efficienti e un’offerta ampia, valorizzeranno il turismo dei territori, con non solo i grandi centri ma anche borghi meno noti”.
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