Boris Johnson ha dichiarato l’intenzione di proporre al prossimo G7 un piano che permetta a tutto il mondo di essere vaccinato contro il Covid-19 entro la fine del 2022. La previsione degli esperti al riguardo.
Per porre fine alla pandemia da Covid-19, l’unica strada percorribile secondo la comunità scientifica è quella del vaccino. In Italia, ad esempio, i progressi registrati sulla distribuzione delle dosi stanno portando all’allentamento delle restrizioni, tra cui lo spostamento del coprifuoco a mezzanotte.
Nonostante il ritmo spedito con cui si sta procedendo nel nostro Paese e, più in generale, in tutto l’occidente, la disparità di fornitura a livello globale del siero anti-coronavirus può rappresentare una minaccia per tutti, come affermato recentemente da Andrea Crisanti.
Per questa ragione, il primo ministro inglese Boris Johnson ha dichiarato la sua intenzione di proporre al G7, che si terrà nel Regno Unito dall’11 al 13 giugno, di riuscire a vaccinare tutto il mondo per la fine del 2022.
Un annuncio ambizioso che ha portato diversi osservatori a chiedersi se si tratta di un obiettivo effettivamente raggiungibile rispetto ai dati osservabili ad oggi.
Tutto il mondo vaccinato entro fine 2022, la previsione degli esperti
Innanzitutto, come riportato da diversi media, bisogna partire dal presupposto che non si punta a vaccinare il 100% della popolazione, quanto piuttosto a raggiungere l’ormai famosa immunità di gregge, pari a un range compreso tra il 60 e il 70% delle persone.
Secondo gli esperti, un traguardo del genere potrebbe essere raggiungibile più probabilmente entro dicembre 2023 piuttosto che l’anno prossimo, a patto che le maggiori economie mondiali si muovano immediatamente.
Infatti, sebbene sia stato istituito il programma Covax che punta a rifornire dei farmaci gli Stati in via di sviluppo di circa 2 miliardi di dosi per la fine di quest’anno, esso si trova a dover fronteggiare diversi ostacoli.
Primo tra tutti la cosiddetta variante indiana, o variante delta come è stata recentemente ribattezzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale sta causando un’ondata di nuovi casi in India. Un aspetto di notevole importanza, poiché proprio il Serum Institute of India dovrebbe essere il principale fornitore delle razioni da distribuire nei Paesi più poveri.
Gli ostacoli per l’immunità di gregge globale
Data la difficile situazione, le maggiori potenze mondiali dovrebbero procedere ad immediate donazioni, visto che attualmente il 75% del totale dei vaccini contro il Covid sono posseduti solamente da 10 Paesi.
Se non si procede in tempi brevissimi alla redistribuzione, si potrebbe incorrere nel pericolo per gli Stati più poveri di gestire in futuro un numero enorme di vaccini, con il rischio di inutilizzo per la maggior parte di essi, a causa della carenza di infrastrutture sia per lo stoccaggio che per l’inoculazione, che potrebbero portare alla loro scadenza prima della somministrazione.
Una situazione critica che potrebbe avere anche gravi ripercussioni economiche, oltre che sanitarie, andando a influire sugli 8.700 miliardi di dollari di benefici derivanti dal vaccino sul PIL mondiale, come previsto dal Fondo Monetario Internazionale.
Anche per questo motivo, il piano che verrà discusso in occasione del G7 diventa fondamentale per trovare una soluzione che garantisca di raggiungere l’immunità di gregge a livello globale il prima possibile.
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