UE e Green Deal: l’accordo è stato approvato, tranne da un Paese membro. I motivi
UE e Green Deal: l’accordo c’è, ma non per tutti. Questo è quanto è emerso dal Consiglio dell’Unione di ieri, 13 dicembre. I Capi di Stato e di Governo si sono incontrati a Bruxelles anche per pianificare l’ambizioso progetto ambientale supportato dalla nuova Commissione Von der Leyen.
La lotta ai cambiamenti climatici e, soprattutto, la sfida delle fonti energetiche verdi sono diventati temi cruciali anche per l’Unione Europea. L’inversione di rotta richiesta, soprattutto in termini economici e finanziari, è piuttosto ambiziosa. Proprio per questo ha già incontrato un ostacolo: la non adesione all’accordo di un Paese membro.
Inizia in salita la strada dell’UE e del Green Deal. Il nuovo Presidente della Commissione avrà bisogno di efficaci strumenti di diplomazia.
UE e Green Deal: la Polonia dice no. I motivi
Zero emissioni inquinanti entro il 2050: l’obiettivo chiave dell’accordo per l’ambiente targato Ursula Von der Leyern è impegnativo, ma fondamentale. Non tutti gli Stati membri, però, hanno mostrato la stessa prontezza dinanzi a questa trasformazione.
A conclusione del Consiglio Europeo, infatti, la nota ufficiale ha annunciato che:
“Siamo giunti a un accordo sul cambiamento climatico. È molto importante, è cruciale. Attualmente, uno Stato membro non può impegnarsi ad adottare questo target. Il Consiglio europeo ne riparlerà nel giugno 2020.”
La Polonia, quindi, ha infranto il sogno di raggiungere l’unanimità UE sul Green Deal. Un voto omogeneo sarebbe stato un messaggio politico ed economico importante nell’ottica della Commissione, impegnata in primis su questo fronte.
La decisione polacca di non aderire al patto, almeno per il momento, mette in luce tutta la complessità di questa epocale transizione verso l’energia pulita.
Gli sforzi delle diverse economie europee, infatti, dovranno essere molti, supportati, naturalmente, da una nuova politica UE. Il piano prevede, tra le altre azioni, un Fondo di transizione equa che muoverà circa 100 miliardi di euro in 7 anni. Inoltre, saranno necessari incentivi, sostegni finanziari e il coinvolgimento della stessa Banca Centrale Europea per favorire le imprese che decidono di abbandonare i combustibili fossili.
La preoccupazione ha preso il sopravvento in Paesi, come la Polonia, per i quali il target ambientale risulta insostenibile. Nello specifico, a Varsavia l’80% dell’energia proviene da centrali a carbone, il totale più alto in Europa, e circa 100.000 persone lavorano nelle miniere di estrazione.
L’anno scorso, il presidente polacco Andrzej Duda ha affermato che la sua nazione possiede una quantità di combustibile fossile sufficiente per due secoli. Rinunciare all’utilizzo di questo minerale per passare a fonti sostenibili significherebbe perdere la sovranità energetica.
Il piano UE Green Deal avrà bisogno ancora di tempo e negoziazioni per poter diventare concreto. La trasformazione verde, infatti, appare come una rivoluzione economica e finanziaria di ogni singolo Paese membro.
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