UE: perché la ripresa del 2022 dipende da 3 Paesi, tra i quali l’Italia

Violetta Silvestri

3 Gennaio 2022 - 10:48

Si apre un nuovo anno per l’Unione Europea: con quali prospettive di ripresa per il 2022? Il focus è su Germania, Francia, Italia chiamate a scelte politiche ed economiche cruciali.

UE: perché la ripresa del 2022 dipende da 3 Paesi, tra i quali l’Italia

L’Unione Europa inizia il 2022 osservando più che mai 3 Paesi chiave per la ripresa economica: Germania, Francia, Italia.

Gli equilibri di potere stanno cambiando nelle tre maggiori economie dell’UE, il che potrebbe avere implicazioni significative per i mercati finanziari.

La Germania ha appena voltato pagina dopo i 16 anni di leadership di Angela Merkel. La Francia si prepara a un’elezione presidenziale incerta in primavera e l’Italia attende con ansia di sapere se Mario Draghi lascerà il suo incarico di presidente del Consiglio per diventare il nuovi inquilino del Quirinale.

Dalle scelte politiche dei 3 Paesi dipende l’andamento economico e finanziario dell’Europa. Germania, Francia, Italia saranno protagoniste nel 2022: i motivi.

Germania

Locomotiva d’Europa da sempre, nel 2022 la Germania è il Paese che più interessa economisti e investitori. Il cambio di Governo, con la fine dell’era Merkel e l’inizio dell’epoca Scholz, promette novità.

Innanzitutto, ci sono importanti promesse per i lavoratori che chiedono una paga più alta, soprattutto perché l’inflazione sta accelerando. Il salario minimo (che la Germania ha introdotto solo nel 2015) è appena salito di una tacca il 1° gennaio - a 9,82 euro ($ 11,12) - e aumenterà di nuovo il 1° luglio. Scholz ha promesso di portarlo a 12 euro il prima possibile.

Poi, Il nuovo Governo ha promesso di decarbonizzare l’economia tedesca e di investire nella digitalizzazione.

Allo stesso tempo, la sua idea è anche quella di seguire una sana politica fiscale dal 2023 in poi, una volta svaniti gli stimoli per affrontare la pandemia. Il tema è centrale e riguarda il rigore sul tetto di spesa che da sempre si segue e Berlino, ma che la necessità di investimenti pubblici richiede di ammorbidire.

E questo è un passaggio chiave anche per la riforma del Patto di Stabilità in UE, per la quale c’è pressione sull’allentamento dell’austerità.

Il focus è anche sulle stime di crescita della Germania, particolarmente colpita da pandemia e colli di bottiglia nell’offerta. Secondo gli analisti di ING:

“Non appena gli attriti della catena di approvvigionamento globale inizieranno a diminuire e la quarta ondata della pandemia sarà alle nostre spalle, la produzione industriale riprenderà fortemente, i consumi privati ​​inizieranno a riprendersi e gli investimenti prospereranno e l’economia tedesca dovrebbe mettere in scena un impressionante ritorno come campione europeo di crescita nel 2022

Risultati economici e riforme politiche nella Germania di Scholz saranno osservate speciali in Europa nel 2022.

Francia

Sulla scena europea del 2022 spicca anche la Francia.

Gli elettori francesi si recheranno alle urne a fine aprile. Il presidente in carica Emmanuel Macron non ha ancora annunciato la sua intenzione di candidarsi per un secondo mandato.

Intanto, i riflettori si sono accesi su Eric Zemmour, un candidato anti-immigrazione, visto come una minaccia e ancora più estremista di Marine Le Pen. Nel frattempo, anche l’arrivo di Valerie Pecresse alla guida della sua campagna conservatrice di centrodestra è vista una sfida per Macron.

Nielsen, capo economista del gruppo presso UniCredit ha descritto Pecresse come “un serio contendente contro il favorito, ancora non dichiarato, Macron”, se arriva al secondo turno delle elezioni.

Macron dovrà percorrere una strada ancora più difficile per riformare la Francia, in particolare per quanto riguarda le pensioni, il servizio pubblico e il mercato del lavoro”, hanno affermato gli analisti di ING su CNBC.

Tuttavia, una vittoria dell’attuale presidente francese significherebbe che la Francia avrebbe ancora un leader europeista che cerca di lavorare con Germania e Italia per riformare la regione.

Il risultato elettorale è cruciale quindi non solo per la politica nazionale francese, ma anche per la sua influenza in Europa. La bandiera dell’UE sventolata a Parigi per festeggiare il 2022 è stata rimossa dopo le polemiche della destra francese, che l’ha giudicata un oltraggio alla nazione. Ecco perché l’esito elettorale nello Stato darà un’impronta anche alla ripresa economica - e di credibilità politica - dell’UE.

Italia

In Italia e all’estero tutti vogliono sapere se Mario Draghi resterà presidente del Consiglio, o se andrà al Quirinale, per la presidenza della Repubblica.

Quest’ultimo evento porterebbe una nuova ondata di incertezza politica data la frammentazione del Parlamento italiano e l’esito incerto delle elezioni.

“La linea di fondo è che l’equilibrio politico che ha prevalso dalla nomina di Draghi a Primo Ministro sarà scosso, se non spezzato, dall’imminente voto presidenziale”, ha affermato in una nota Wolfango Piccoli, copresidente della società di consulenza Teneo.

Da presidente della Repubblica, l’ex governatore BCE avrebbe un’influenza meno diretta sulla politica italiana. E, quindi, su quella europea.

Secondo Nielsen, con Draghi alla guida del Governo fino al 2023, sarebbe assicurata all’Italia “un’influenza senza precedenti sulle principali politiche europee il prossimo anno, mentre, forse, la politica italiana sarebbe lasciata un po’ meno ancorata a lungo termine”.

Il dilemma su cosa accadrà allo scenario italiano è di grande rilevanza. Per l’Italia innanzitutto, visto che finora ha goduto di una sorprendente ripresa e di un inaspettato protagonismo a Bruxelles, con molte aspettative con il Pnrr. Tuttavia Draghi ha una forte influenza anche in Europa e si sta facendo portatore della’urgenza di cambiare i canoni del Patto di Stabilità.

Molto del futuro del 2022 europeo, quindi, dipenderà anche dall’Italia.

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