La Commissione UE ha pubblicato le stime economiche dell’autunno 2021: per l’Italia è stato confermato il previsto rimbalzo del PIL. Tutti i dati su Europa e Belpaese.
Nel quadro generale delle previsioni economiche autunnali della Commissione UE, l’Italia resta in un clima di ottimismo sulla ripresa.
Le stime dell’Unione Europea hanno confermato il rimbalzo del PIL per il nostro Paese oltre il 6% nell’anno in corso, stimolando la fiducia nei piani di ripresa del Governo.
In generale, le previsioni d’autunno della Commissione UE hanno dipinto uno scenario positivo, con una crescita per il 2021 rivista al rialzo per la regione europea.
Tuttavia, non mancano venti contrari che stanno soffiando sul cammino di rilancio di tutto il continente: dal ritorno aggressivo dei contagi alla persistente strozzatura delle catene di approvvigionamento, fino alla mancanza di manodopera e ai prezzi energetici in aumento.
Vediamo nel dettaglio cosa prevede l’UE nelle stime di autunno, con focus sull’Italia: di quanto crescerà il nostro Paese?
In Italia PIL 2021 a +6,2%: tutte le stime UE
L’Italia continua a beneficiare di un clima di rinnovata fiducia sulla sua ripresa e nelle stime della Commissione UE per l’autunno il rimbalzo è confermato.
Nello specifico, nel focus Paese della nostra nazione, l’istituzione comunitaria ha sottolineato:
“Dopo il rimbalzo nella prima metà del 2021, il PIL reale è destinato a continuare ad espandersi, anche se incontrando alcuni venti contrari nel breve termine. Domanda interna e spesa in investimenti particolarmente robusta dovrebbe sostenere la crescita. Si prevede che il disavanzo e il debito pubblico diminuiranno come quota del PIL grazie alla ripresa economica. Le pressioni sui prezzi delle materie prime sono destinate a spingere l’inflazione oltre il 2% l’anno prossimo.”
In numeri, queste le stime aggiornate dall’Unione Europea:
- PIL: +6,2% (2021),+4,3% (2022), +2,3% (2023)
- Tasso disoccupazione: 9,8% (2021), 9,3% (2022), 9,2% (2023);
- Debito pubblico lordo (% del PIL): 154,4 (2021), 151,4 (2022), 151,0 (2023);
- Saldo di bilancio pubblico (% del PIL): -9,4 (2021), -5,8 (2022), -4,3 (2023)
L’economia italiana dovrebbe tornare ai livelli pre-crisi entro la metà del 2022. In osservazione, comunque, restano la crescita dell’occupazione, che dovrebbe rallentare a causa della carenza di manodopera in settori specifici, in parte dovuta al disallineamento delle competenze e l’inflazione.
Le previsioni di crescita dell’Unione Europea
L’autunno appena iniziato all’insegna di ostacoli crescenti per l’economia europea - e mondiale in generale - non cancellerà gli sviluppi sulla crescita che l’Europa ha registrato dalla primavera all’estate.
Questo si legge nelle previsioni UE, secondo le quali l’area comunitaria “continuerà a espandersi nel resto dell’anno”, con le seguenti stime:
+5,0% per l’intero 2021 (come nell’area dell’euro), con rialzo di 0,2 punti percentuali su quanto previsto nella precedente previsione in estate; +4,3% (come nell’area dell’euro) nel 2022 e + 2,5% (2,4% nell’area dell’euro) nel 2023.
Per il mercato del lavoro, la piena ripresa in tutta l’UE è prevista nel 2022. Tra l’anno prossimo e il 2023 2022 ci dovrebbero essere circa 3,4 milioni di posti di lavoro in più, con il tasso di disoccupazione UE al 6,5% tra due anni.
“Gli investimenti finanziati dal Fondo per la ripresa e la resilienza e le relative riforme strutturali dovrebbero spingere la crescita della produttività a un ritmo sostenuto del 2,9% l’anno prossimo e l’1,6% nel 2023” , secondo le stime.
Sull’occupazione incombe anche il problema di sacche di carenza di manodopera in alcuni settori chiave per la ripresa.
Ad allertare il cammino espansivo dell’UE nelle previsioni autunnali ci sono anche i persistenti problemi delle forniture e dell’inflazione. A tal proposito, la Commissione ha sottolineato che l’offerta fatica ancora a tenere il passo della domanda, con la logistica globale e la produzione di materie prime e microprocessori a soffrire maggiormente.
Inoltre, rimane aperta la crisi energetica, con i prezzi del gas, soprattutto, in forte ascesa che possono minare la ripresa nel breve periodo.
Le previsioni sull’inflazione vedono un ritorno al di sotto del 2% solo nel 2023. Queste le stime: 2,4% nel 2021, 2,2% nel 2022 e 1,4% nel 2023.
© RIPRODUZIONE RISERVATA