La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, annuncia l’arrivo di nuove sanzioni per la Russia, tra cui lo stop al petrolio di Mosca. Ma solamente tra sei mesi: ecco perché.
È in arrivo il sesto pacchetto di sanzioni economiche dell’Ue contro la Russia. Una nuova serie di misure per ribadire la condanna all’invasione dell’Ucraina e provare a colpire sempre più duramente l’economia di Mosca. La novità più importante di questo pacchetto di sanzioni è l’annuncio dell’embargo al petrolio russo.
Ma, perché c’è un ma, i tempi saranno tutt’altro che brevi. Il blocco all’import del greggio scatterà solamente tra sei mesi. Tra le sanzioni rientra anche l’esclusione dal sistema Swift di tre istituti di credito russi, tra cui Sberbank. Ancora, verrà vietata la trasmissione di tre emittenti pubbliche russe e si prevedono sanzioni anche al capo della chiesa ortodossa, il patriarca Kirill.
Come detto la novità più importante riguarda il petrolio: la proposta della Commissione Ue prevede un divieto d’acquisto graduale, messo in campo sotto questa forma per ottenere l’appoggio di tutti i 27 Paesi.
In particolare Bruxelles spera così di avere il sostegno anche di Ungheria e Slovacchia, maggiormente dipendenti dal greggio russo. L’adozione formale del nuovo pacchetto di sanzioni è attesa per il 9 maggio, una data simbolo per l’Ue, per la Russia e per la guerra in Ucraina.
L’Ue annuncia le nuove sanzioni alla Russia, anche sul petrolio
Le nuove sanzioni sono state annunciate di fronte alla plenaria di Strasburgo del Parlamento europeo dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Che ha parlato di un divieto per l’importazione del petrolio russo, sia via mare che via oleodotto, sia greggio che raffinato.
L’eliminazione, spiega von der Leyen, sarà graduale e ordinata, per “permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali”. Motivo per cui si è scelto di eliminare il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine del 2022.
L’obiettivo dell’uscita graduale è quello di evitare un impatto fortissimo sui prezzi del petrolio, spiega ancora la presidente della Commissione Ue. Lo stop al petrolio russo, ammette inoltre, sarà probabilmente più lungo e difficile per Ungheria e Slovacchia.
Perché lo stop al petrolio russo arriverà solo tra 6 mesi
La decisione di dare agli Stati membri dell’Ue sei mesi per dire addio al petrolio russo è quindi dettata da varie motivazioni. Come spiega l’Ispi bisogna dare il tempo a molti Paesi, a partire dalla Germania, di completare il percorso di diversificazione delle forniture.
Ancora più complicata la strada per Ungheria e Slovacchia, tanto che per loro si è parlato anche di una possibile deroga temporale o di un’esclusione dall’embargo. Il primo problema è il mancato accesso al mare, ma non solo.
La Slovacchia, per esempio, non ha impianti di raffinazione per lavorare i greggi pesanti e per questo è ancora più difficile trovare soluzioni diverse rispetto a Mosca, da cui attualmente dipende quasi per l’80% delle forniture di petrolio (il dato più alto in Ue). Diverso il discorso per l’Ungheria, dove la principale motivazione è politica: Orban non vuole fare uno sgarbo a Putin.
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