Un mese di paternità obbligatoria: il Governo studia la riforma

Teresa Maddonni

6 Febbraio 2020 - 16:38

Un mese di paternità obbligatoria che si andrebbe ad aggiungere ai 5 previsti per il congedo di maternità: è questa la riforma che studia il Governo. In attesa del disegno di legge si cercano le coperture.

Un mese di paternità obbligatoria: il Governo studia la riforma

Un mese di paternità obbligatoria per i papà dei nascituri: questa è la riforma che il Governo sta studiando, della quale si parla da qualche settimana e che dovrebbe prendere forma nei prossimi mesi.

A oggi la paternità obbligatoria per i padri e di soli 7 giorni. Il congedo di maternità così come è stato pensato prevede 5 mesi di astensione dal lavoro per la madre di cui usufruire durante la gravidanza e dopo il parto, l’ultima circolare INPS del 13 dicembre 2019 in merito riserva la possibilità di usufruirne anche interamente dopo il parto.

La paternità obbligatoria dovrebbe passare da 7 giorni a 1 mese; i 7 mesi sono stati introdotti dal 2020 prima infatti erano addirittura solo 5.

Un passo avanti verso la parità tra uomo e donna. Vediamo in cosa consiste la riforma per il congedo di paternità obbligatoria e quali sono i costi per coprirla previsti dal Governo.

Paternità obbligatoria di un mese: la riforma del Governo

Annunciata già da settimane la riforma della paternità obbligatoria la porterebbe a un mese. La proposta in esame al Governo prevede una modifica sostanziale del congedo di maternità che diventerebbe così di 6 mesi di cui l’80% (5 mesi) per la madre e il 20% (un mese) per il padre.

A oggi la paternità si riduce solo a 7 giorni, ma un passo decisivo si vuole fare in funzione di una maggiore parità tra uomo e donna come la stessa sottosegretaria PD al ministero del Lavoro e Politiche sociali Francesca Puglisi ha annunciato:

“Se sono sempre le donne a dover conciliare lavoro e cura non cambierà mai nulla. E invece bisogna passare dalle politiche di conciliazione a quelle di condivisione”.

Un primo punto di svolta per una riforma che ancora non ha un suo decreto legge, ma che dovrebbe entrare poi in vigore già dal 2021. A oggi la legge sul congedo di maternità, oltre i 7 giorni per la paternità al padre del nascituro, prevede che la donna ne possa usufruire:

  • 2 mesi prima della data presunta del parto e nei 3 mesi successivi alla nascita del figlio;
  • 1 mese prima del parto e nei 4 successivi;
  • 5 mesi dopo il parto, una novità introdotta dalla manovra finanziaria per il 2019, sempre previa attestazione delle ottime condizioni di salute di madre e bambino in gravidanza.

Il padre invece può godere interamente della maternità nei seguenti casi:

  • morte o grave infermità della madre;
  • affidamento esclusivo del figlio al padre;
  • abbandono del figlio o mancato riconoscimento del neonato da parte della madre.

A oggi la riforma è solo nell’aria e come abbiamo detto un decreto ancora non c’è. Il Governo infatti sta pensando alle coperture finanziarie che la nuova misura richiederebbe. Vediamo quanto costerebbe il mese di paternità obbligatoria.

Un mese di paternità obbligatoria: i costi

In attesa della riforma per il mese di paternità obbligatoria il Governo sta studiando quali potrebbero essere i costi. Il mese in più che farebbe diventare il congedo di maternità di 6 mesi verrebbe pagato dall’INPS infatti e non dal datore di lavoro.

La misura per il mese in più di paternità obbligatoria dovrebbe costare 350 milioni l’anno secondo le prime stime. Una parte della copertura per i costi del mese in più dovrebbe arrivare dai fondi europei e in particolare quelli per le politiche di conciliazione.

Intanto che la politica studia i costi per questa nuova paternità obbligatoria si può prevedere un iter che porterà il nuovo congedo di maternità a essere attivo già da gennaio 2021.

Entro la fine del mese di marzo 2020 dovrebbe essere presentato il disegno di legge in modo da inserirlo nel DEF (Documento di Economia e Finanza). La nuova legge per il congedo di maternità e quindi per il mese di paternità obbligatoria dovrebbe essere poi approvato con la Legge di Bilancio 2021 ed essere in vigore dal primo gennaio.

Per avere certezze in merito bisognerà attendere e seguire l’iter legislativo nel corso dell’anno 2020.

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