Le due operazioni di smaltimento di crediti deteriorati “Project Dawn” e “Project Matera” entreranno nel vivo subito dopo la pausa estiva. In vista del piano strategico del 3 dicembre la banca è in cerca del successore di Fabrizio Saccomanni
Unicredit potrebbe presto finalizzare la cessione di 1,75 miliardi di crediti deteriorati suddivisi in due portafogli distinti.
Nel dettaglio, la banca di Piazza Gae Aulenti sta valutando la cessione di un portafoglio di inadempienze probabili (Unlikely to pay, Utp) del valore nominale di 1 miliardo ed uno di sofferenze garantite di 750 milioni di euro.
Le due operazioni sono state rinominate dall’amministratore delegato Jean Pierre Mustier rispettivamente “Project Dawn” e “Project Matera” ed entreranno nel vivo subito dopo la pausa estiva.
«Stimiamo che la vendita del pacchetto di Utp dal valore nominale vicino a 1 miliardo di euro ridurrebbe il ratio Npe lordo (percentuale dei crediti deteriorati sull’ammontare dei crediti lordi totali, ndr) di 0,2 punti base al 6,8% dal 7% riportato ad agosto 2019», hanno scritto in un report gli analisti di Mediobanca Securities che su Unicredit mantengono il rating Outperform con un target price a 15 euro.
Si ricorda che nel secondo trimestre le esposizioni creditizie deteriorate lorde dell’istituto sono scese di 8,2 miliardi anno su anno, di cui 2,1 miliardi grazie alle cessioni nel periodo aprile-giugno. E il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi del gruppo si è attestato al 7% (-1,8 punti base, anno su anno).
«A giugno 2019 - precisano gli analisti di Banca Imi (raccomandazione Buy e target price a 14,3 euro) -, le esposizioni non performanti lorde della divisione non core di Unicredit ammontavano a 15,7 miliardi di euro di cui 5,6 miliardi di euro di Utp».
L’operazione sarebbe in linea con la strategia di contenimento del rischio annunciata dalla banca nei mesi scorsi, in vista della presentazione del nuovo piano strategico calendarizzata per il 3 dicembre prossimo.
L’ad Mustier vuole concentrarsi su efficienza e trasformazione del business. Una strada obbligata per rispondere al fintech e alla stagnazione. Proprio in vista del piano, a inizio settembre entrerà nel vivo la ricerca del nuovo presidente dopo la scomparsa di Fabrizio Saccomanni. Tra i nomi che hanno iniziato a circolare ci sono quelli del presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Massimo Tononi, del numero uno di JP Morgan Italia, Vittorio Grilli e del top banker di Citigroup, Alberto Cribiore.
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