Tutto pronto per il Super Tuesday, primo grande evento decisivo per l’esito delle primarie dei Democratici in vista delle elezioni Usa 2020: per i sondaggi Bernie Sanders sarebbe nettamente in vantaggio in California e Texas, mentre Donald Trump rischia di essere travolto dal coronavirus.
Cresce l’attesa negli Stati Uniti per il Super Tuesday, uno degli step fondamentali delle primarie che Democratici e Repubblicani stanno facendo per scegliere quale sarà il loro candidato alle elezioni presidenziali del 3 novembre 2020.
Se per i Repubblicani appare scontato un ennesimo trionfo di Donald Trump, che in pratica sta correndo senza avversari, molto più complessa è la situazione dei Democratici dove al momento è in testa Bernie Sanders davanti all’ex vicepresidente Joe Biden.
In questo Super Tuesday, dove si voterà in ben 15 Stati tra cui California e Texas eleggendo un terzo del totale dei delegati, farà il suo esordio anche il miliardario Michael Bloomberg che invece non aveva preso parte alle precedenti votazioni.
Per i sondaggi Sanders andrebbe incontro a una schiacciante vittoria nei principali Stati: se le urne dovessero confermare queste previsioni, il senatore del Vermont diventerebbe il più accreditato sfidante di Donald Trump.
Sulle elezioni Usa 2020 incombe però anche l’ombra del coronavirus, dopo che anche Oltreoceano si stanno iniziando a segnalare i primi casi di contagio oltre a un uomo morto a Seattle.
Trump strenuo difensore della sanità privata e che finora ha sempre minimizzato i rischi negli States legati al coronavirus, in caso dello scoppio di un’epidemia anche negli Usa potrebbe andare in grande difficoltà specie nei confronti di un Sanders grande promotore di una sanità invece più pubblica.
Usa 2020: i sondaggi per il Super Tuesday
A differenza delle primarie come siamo abituati a vederle nel nostro Paese, negli Stati Uniti il percorso per la scelta dei candidati da parte dei Repubblicani e dei Democratici è molto più lungo e tortuoso.
Da febbraio a giugno tutti gli Stati si recheranno alle urne per indicare le loro preferenze, eleggendo i 2.252 delegati dei Repubblicani e i 4.750 dei Democratici che poi a luglio durante la convention finale andranno a determinare chi sarà il vincitore.
Dopo che si è votato nei primi quattro Stati, eleggendo un centinaio di delegati in totale, con il Super Tuesday si andranno a determinare oltre 1.300 delegati in un colpo solo. Facile di conseguenza intuire il motivo della grande attesa per questo appuntamento.
Detto di Donald Trump che non ha rivali, per i Democratici al momento c’è in testa Bernie Sanders seguito da Joe Biden, mentre Michael Bloomberg farà il suo esordio proprio in questo martedì.
Per quanto riguarda i dem, i sondaggi in California dove si eleggeranno in totale la bellezza di 415 delegati vedono in grande vantaggio Sanders (33,7%) nei confronti di Biden (15,3%) e Bloomberg (13,3%).
Se pensiamo che ad agosto le stesse indagini davano Biden in vantaggio di otto punti rispetto a Sanders, appare evidente il grande recupero che ci sarebbe stato negli ultimi mesi da parte del senatore.
Stesso discorso in Texas dove l’ex vicepresidente partiva con un vantaggio di tredici punti percentuali, mentre adesso avanti ci sarebbe Sanders (29,7%) con Biden (20,8%) e Bloomberg (18,0%) più staccati.
Se Bernie Sanders dovesse sbancare in questo Super Tuesday, quello che da sempre è considerato come il leader della parte più a sinistra dei Democratici diventerebbe il grande favorito di queste primarie.
Trump rischia
Fin da quando è iniziata questa lunga corse delle primarie, la gran parte degli analisti politici ha etichettato Bernie Sanders come un candidato che, per le sue posizioni troppo radicali, non avrebbe mai potuto battere Donald Trump.
Non è un caso che si pensava al più moderato Joe Biden come lo sfidante più accreditato, mentre con l’ex sindaco di New York con un passato nei Repubblicani Michael Bloomberg sarebbe una autentica sfida tra miliardari.
Tutti gli ultimi sondaggi riguardanti un ipotetico testa a testa per la Casa Bianca tra Trump e Sanders, darebbero invece il senatore del Vermont in vantaggio sul tycoon anche di sette punti percentuali.
Un distacco che potrebbe aumentare in base a come evolverà la questione coronavirus negli Stati Uniti, visto dopo l’emergere dei primi casi anche Oltreoceano in molti hanno puntato il dito contro Trump reo di non aver preparato il Paese ad affrontare una possibile emergenza.
Il Presidente dopo aver sempre minimizzato la questione adesso ha messo nero su bianco una serie misure, ma il sentore è che gli Usa siano in grande ritardo con il coronavirus che potrebbe giocare un ruolo di grande rilievo in questa campagna elettorale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA