Le reti virtuali private più popolari al mondo non sono così private: è stato scoperto che 26 su 115 tracciano in segreto tutte le tue attività. Ecco quali sono.
Una recente indagine su 115 dei servizi VPN più utilizzati al mondo ha rivelato che molti non rispettano la privacy dichiarata nelle condizioni d’uso. I fornitori di reti private virtuali garantiscono di non tracciare gli utenti attraverso registri o altri dati identificativi, ma in realtà questo non è sempre vero.
Secondo quanto rivelato dal sito Thebestvpn.com, che mette a confronto le VPN migliori, 26 servizi su 115 oggetto di indagine tengono traccia di importanti file di log degli utenti premium non facendo riferimento a questa pratica nella privacy policy.
Ecco la lista delle 26 VPN “spione”:
- PureVPN
- HideMyAss
- Scudo HotSpot
- VPN illimitata
- VyprVPN
- Astrill
- ZoogVPN
- Buffered
- TigerVPN
- Boleh VPN
- Anonymizer
- IPinator
- Seed4.me
- AnonVPN
- FlyVPN
- SunVPN
- Ipredator
- Nascondi VPN IP
- Porta VPN
- HolaVPN
- Faceless.me
- Betternet
- Ace VPN
- Flow VPN
- Libertà-IP
- IronSocket
Quali dati conservano?
Questi servizi per la maggior parte collezionano dati di pagamento, informazioni su orario di connessione e larghezza di banda, indirizzo IP, dati personali, tipo di device utilizzato per connetterti e i siti web visitati.
Se non stai facendo nulla di illegale non ci sono motivi per preoccuparsi, vero? Assolutamente no, anzi. Chi usa una VPN lo fa per mantenere la privacy più assoluta e l’anonimato da tempo perduti con Google, Facebook, Instagram ecc... La scoperta fa luce su una questione ridicola: l’obiettivo è nascondersi da chi ci traccia, non finire per essere tracciati anche qui.
Proprio per questo motivo quello delle reti virtuali private è un mercato in piena espansione. Si stima infatti che entro il 2019 la domanda globale di servizi VPN raggiungerà circa 70 miliardi di dollari, 25 in più rispetto ai 45 miliardi del 2014.
Nella lista delle VPN che tengono traccia dei dati di navigazione e non solo c’è PureVPN, una società la cui privacy policy afferma esplicitamente di non tenere traccia delle attività degli utenti e dei loro dati. Si legge:
Non monitoriamo l’attività dell’utente né teniamo alcun registro. Non abbiamo registrazioni delle tue attività come ad esempio il software utilizzato, i siti visitati, i contenuti scaricati, le app usate ecc... quando ti colleghi a uno dei nostri server.
Queste dichiarazioni, però, non corrispondono al vero, come può testimoniare la vicenda di Ryan Lin, il 24enne accusato di cyber-stalking smascherato dalla polizia proprio grazie ai registri VPN. Ok, stiamo parlando di una persona che non stava utilizzando il servizio per scopi nobili, tuttavia PureVPN avrebbe avuto l’obbligo di mantenere i dettagli della navigazione privati.
Perché usare una VPN
Secondo la società di ricerche di mercato GlobalWebIndex la maggior parte degli tenti utilizza le reti VPN per:
- l’accesso a siti e servizi limitati nel proprio paese,
- lo streaming gratuito di musica, sport, film e serie TV, pensiamo per esempio alla Champions League 2017/2018 in diretta su Facebook o la nuova stagione di Grey’s Anatomy.
- mantenere l’anonimato durante la navigazione
- comunicare con amici e familiari all’estero
La morale della storia è questa: non tutte le VPN sono uguali. Bisogna informarsi bene prima di affidarsi a un servizio di terze parti con caratteristiche diverse dalla solita navigazione internet.
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