I vaccini anti-Covid sono oggetto delle attenzioni degli hacker di tutto il mondo, con risvolti di estrema pericolosità
Gli hacker stanno prendendo di mira le vaccinazioni anti-Covid-19. Queste ultime rappresentano di fatto un obiettivo fin da prima dell’approvazione, con violazioni segnalate già a dicembre del 2020.
Allora riuscirono ad accedere ad alcuni dati cruciali sui vaccini, attraverso i sistemi di informatici di una della Authority europee.
Più di recente, è stato rivelato che i documenti trafugati nel corso di quel reato sono stati manipolati prima di farli circolare sul dark web, cosa che crea enorme preoccupazioni circa i modi in cui potrebbero essere utilizzati in futuro.
Incidenti che sottolineano la minaccia che gli attacchi informatici rappresentano in ottica vaccino anti-Covid, con ripercussioni in svariati aspetti della quotidianità.
Vaccini nel mirino degli hacker: ecco perché
Ma perché un hacker dovrebbe mirare ai vaccini anti-Covid? In primis - specie nella fase precedente ad approvazione e distribuzione - per trarne vantaggio raggirando persone che cercano l’accesso al vaccino, che anelano quindi a conquistarsi una protezione dal virus, spesso a qualunque costo.
Non va poi sottovalutata una simile attività in ottica dati personali, da vendere, rivendere e sfruttare per ogni tipo di scopo.
La campagna vaccinale è sostanzialmente identificabile come il più vasto elenco di dati sensibili al mondo, riguardante miliardi di persone, e metterci mano a fini illeciti avrebbe inevitabili ed estreme conseguenze.
Secondo dati recenti, lo scorso anno sono stati 239,4 milioni i tentativi di attacchi informatici che hanno preso di mira il settore sanitario, per una media di 816 tentativi di attacco per dispositivo nel 2020.
Si tratta di un aumento di quasi il 10% rispetto al 2019. La ricerca ha costantemente dimostrato che quella dell’assistenza sanitaria rimane una delle industrie maggiormente sotto attacco e al contempo più vulnerabili agli attacchi informatici.
La sensibilità e il valore dei dati che utilizza, nonché la difficoltà nel proteggere i diversi sistemi su cui opera, portano l’attenzione su questo settore da parte degli hacker ad aggravare il problema.
Un esempio? Di recente un falso sito web turco ha indirizzato gli utenti a scaricare un’applicazione per richiedere il vaccino contro il coronavirus. In realtà, gli utenti hanno scaricato un trojan bancario noto come «Cerberus», utilizzato per rubare dati dal dispositivo della vittima.
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