L’Agenzia europea del farmaco ha ricevuto richiesta di autorizzazione per il vaccino anti-Covid di AstraZeneca sviluppato dall’Università di Oxford insieme alla Irbm di Pomezia: il via libera atteso per il 29 gennaio, all’Italia spetteranno 40 milioni di dosi.
AstraZeneca a inizio settimana ha inviato all’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, tutti i documenti dei suoi test per richiedere l’autorizzazione per il vaccino elaborato dal tandem Oxford-Pomezia.
Una notizia senza dubbio molto positiva per l’Italia, visto che stando ai contratti siglati dall’Unione Europea l’azienda anglo-svedese entro giugno dovrebbe inviarci 40 milioni di dosi del suo vaccino.
Le buone novelle non sembrerebbero essere finite qui sul fronte vaccini per il nostro Paese, visto che il ministro Roberto Speranza ha annunciato che anche Johnson&Johnson “entro il primo trimestre del 2021” dovrebbe richiedere l’autorizzazione all’Ema.
Considerando il recente disco verde a Moderna e l’ulteriore accordo con Pfizer che ci porterà in dote altre 40 milioni di dosi oltre a quelle già previste, l’Italia nei prossimi mesi potrebbe avere un numero sufficiente di vaccini per portare a termine celermente il piano nazionale di vaccinazione.
Se l’Ema dovesse concedere la propria autorizzazione ad AstraZeneca come previsto il prossimo 29 gennaio, entro marzo potrebbero arrivare in Italia 8 milioni di dosi targate Oxford-Pomezia, insieme al milione di Moderna e alle 8,7 milioni di Pfizer.
Al momento nel nostro Paese sono state vaccinate oltre 800.000 persone, con le Regioni più virtuose che avrebbero finito le loro scorte considerando anche quelle riposte per il richiamo: il ritmo finora è buono considerando la disponibilità, con l’accelerazione decisiva che però arriverà soltanto quando sarà a disposizione anche il vaccino di AstraZeneca.
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