Domande e risposte sul vaccino Covid dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco: ecco tutto quello che occorre sapere.
In Italia sono iniziate le somministrazioni del vaccino contro il Covid-19. Domenica 27 dicembre - il cosiddetto V-Day - sono stati vaccinati i primi italiani: si trattava, in particolare di personale sanitario, medici e infermieri in prima linea. La prima vaccinata italiana, infatti, era un’infermiera di 29 anni dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma.
Sono molti, però, gli italiani ancora scettici e preoccupati in merito a un vaccino uscito dopo pochi mesi di sperimentazioni e studi. La scoperta di nuove varianti del virus, inoltre, ha reso ancora più dubbiosa l’efficacia del vaccino stesso contro le mutazioni inglese, sudafricana e ora anche italiana.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), dunque, ha pubblicato le FAQ sul vaccino Covid-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) per chiarire tutti i dubbi della popolazione italiana. Vediamo cosa occorre sapere su questo vaccino.
Vaccino Covid: le FAQ dell’Aifa
Il vaccino Covid-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) è destinato a prevenire la contrazione del virus Sars-Cov-2 nei soggetti di età pari o superiore ai 16 anni. Le dosi vengono somministrate attraverso due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra.
La sua azione è volta a contrastare la diffusione della proteina Spike (responsabile della proliferazione del virus nelle cellule) nell’organismo e quindi impedire che l’infezione dilaghi tra le cellule. Inoltre, la vaccinazione attiva anche le cellule T che insegnano al sistema immunitario a riconoscere il virus e a contrastarlo nel momento in cui l’organismo si espone a esso.
Vediamo, quindi, quali sono i dubbi principali degli italiani sul vaccino Covid e come l’Aifa ha prontamente risposto colmando alcune lacune.
La sperimentazione del vaccino Covid è stata abbreviata per avere prima il prodotto?
Una delle domande frequenti tra i più scettici di fronte al vaccino Covid è quella legata alla velocità con la quale le prime dosi sono state rapidamente distribuite in tutto il mondo. Il tempo medio per la produzione di un vaccino è di diversi anni, mentre quello contro il Covid-19 è arrivato già dopo alcuni mesi.
Gli studi sul vaccino contro il coronavirus hanno preso il via durante la primavera 2020 e sono terminati in breve tempo grazie alla partecipazione di diverse persone (pari a dieci volte rispetto alle procedure abituali) nella fase di sperimentazione e ricerca.
Inoltre, l’Aifa ha assicurato che non è stata saltata alcuna fase né di ricerca, né di sperimentazione dell’efficacia e della sicurezza del vaccino stesso. La rapidità nella produzione e nella distribuzione, infatti, si deve anche agli altri studi approfonditi e condotti da molti anni sui vaccini a Rna.
Quanto è efficace il vaccino Covid?
Strettamente legato alla prima domanda è anche il secondo quesito, ovvero quello relativo all’efficacia del vaccino stesso. Con le dovute premesse legate al fatto che non esistono cure efficaci al 100% in nessun ambito sanitario, è stato provato che il vaccino contro il Covid-19 sia efficace al 95% tra gli adulti dai 16 anni in su, con un risultato sostanzialmente omogeneo per le diverse etnie e fasce di età.
Quanto dura la protezione del vaccino Covid?
Dopo aver chiarito le modalità di vaccinazione che prevedono due somministrazioni a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra, occorre precisare che la protezione del vaccino contro il coronavirus non è ancora definita con esattezza perché sono ancora in corso periodi di osservazione.
Tuttavia, è possibile stimate la durata della protezione sulla base degli altri tipi di virus ad esso assimilabili: le persone vaccinate dovrebbero, quindi, risultare tutelate per un periodo compreso tra i 9 e i 12 mesi.
Le persone vaccinate possono comunque trasmettere il Covid ad altre persone?
Non è ancora certo che il vaccino protegga effettivamente dalla trasmissione dell’infezione o meno. Infatti, i soggetti vaccinati potrebbero trasmettere - in modo asintomatico - il virus ad altri soggetti, oppure potrebbero non trasmetterlo affatto.
Per questo motivo, è importante che anche le persone vaccinate e coloro che vivono accanto a queste ultime adottino tutte le precauzioni necessarie per impedire la diffusione del contagio: mascherine, gel igienizzante e distanza di sicurezza saranno i principali alleati contro il Covid-19.
Quali sono le reazioni avverse che sono state registrate?
Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo di fronte alle vaccinazioni. Esistono, infatti, delle reazioni avverse che potrebbero portare a sviluppare disturbi più o meno elevati nei soggetti che hanno ricevuto le dosi di vaccino.
In particolare, per quanto riguarda il vaccino Covid, sono state descritte le reazioni sviluppate più frequentemente (da più di una persona su dieci), ma che si sono comunque risolte in un lasso temporale molto breve. Le principali sono: dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre.
In meno di una persona su dieci, invece, si sono riscontrarti arrossamento nel sito di iniezione e nausea, mentre in meno di una persona su 100 si sono riscontrati prurito nel sito di iniezione, dolore agli arti, ingrossamento dei linfonodi, difficoltà ad addormentarsi e sensazione di malessere. Infine, in meno di una persona su mille si è verificata la debolezza nei muscoli di un lato del viso.
Il vaccino Covid sarà efficace anche contro le nuove varianti scoperte nel resto del mondo?
Mentre le prime dosi di vaccino si accingevano ad oltrepassare i confini nazionali, sono state scoperte alcune varianti del virus che hanno spaventato la popolazione. In particolare, si tratta della variante Covid inglese e di quella sudafricana. Molti si chiedono, quindi, se il vaccino risulterà efficace anche contro le mutazioni del virus.
Molte variazioni del virus sono state segnalate nel 2020, ma fino ad ora nessuna di queste ha alterato il comportamento naturale del virus. Anche la versione inglese, infatti, è il risultato di una serie di mutazioni di proteine della superfice del virus e dunque l’inefficacia del vaccino appare improbabile. Sono in corso le dovute sperimentazioni.
Chi ha già avuto un’infezione da Covid-19 deve vaccinarsi?
Si è parlato a lungo della possibile immunità ottenuta da coloro che sono risultati positivi al Covid-19 e dunque il dubbio emerge spontaneo: chi ha contratto l’infezione dovrà vaccinarsi?
Non esiste una certezza, ma quel che sappiamo è che il vaccino non protegge dalle precedenti manifestazioni del virus. Per la prima campagna vaccinale, quindi, questi soggetti potrebbero non aver bisogno delle dosi di vaccino, mentre una volta confermata la durata dell’immunità si dovrà provvedere a somministrare il vaccino anche ai soggetti che hanno già contratto l’infezione.
Ci sarà il vaccino per tutti?
Le prime dosi di vaccino Covid sono giunte nei maggiori Paesi del mondo grazie alla contrattazione delle case farmaceutiche con le autorità dei singoli Stati. Anche in Italia sono arrivate le prime dosi e sono iniziate le prime vaccinazioni. Ma il vaccino basterà per tutti?
Al momento la priorità è stata assegnata al personale medico e sanitario e agli anziani delle Rsa. Sarà poi la volta degli over 80 e delle persone che presentano problemi particolari che le espongono alla contrazione del virus. Si passerà poi alla fascia di popolazione over 60 e, infine, si procederà con la somministrazione delle dosi anche al resto della popolazione.
I richiami arriveranno ai diretti interessati per Posta e coloro che dovranno effettuare il vaccino (assolutamente gratuito e volontario per il momento) dovranno recarsi presso i servizi vaccinali presenti nei 286 ospedali definiti dal Piano nazionale di vaccinazione Covid-19. Per gli ospiti delle Rsa, invece, sarà il personale vaccinatore a raggiungere le strutture.
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