Da martedì 15 febbraio in Italia per gli over 50 il vaccino sarà obbligatorio per poter lavorare: nonostante lo spauracchio anche delle multe, la campagna vaccinale è ferma al palo.
Mentre mezza Europa è pronta a dire addio a ogni restrizione Covid, in Italia da martedì 15 febbraio per gli over 50 il vaccino sarà obbligatorio anche per entrare in qualsiasi luogo di lavoro, sia pubblico che privato.
Da tempo infatti il Governo ha scelto di intraprendere la strada della tolleranza zero verso chi ha rifiutato di sottoporsi alla somministrazione, arrivando alla extrema ratio di rendere il vaccino obbligatorio in Italia per gli over 50 fino al prossimo 15 giugno.
Tra le pagine del decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 7 gennaio, si legge che “il provvedimento mira a rallentare la curva di crescita dei contagi relativi alla pandemia e a fornire maggiore protezione a quelle categorie che sono maggiormente esposte e che sono a maggior rischio di ospedalizzazione”.
Da più di un mese di conseguenza tutti gli over 50 non vaccinati in Italia sono a rischio di una multa una tantum da 100 euro mentre, per chi ancora lavora, a partire dal 15 febbraio ci sarà la sospensione senza stipendio.
Ma quanto è risultata efficace questa strategia decisa dal Governo? Guardando gli ultimi numeri della campagna vaccinale e dei contagi in Italia, la scelta dell’obbligo per gli over 50 appare sostanzialmente anacronistica.
Obbligo vaccinale: tanti over 50 ancora non immunizzati in Italia
Stando all’ultimo report di Gimbe, al 9 febbraio in Italia risultano esserci ancora circa 1,5 milioni di over 50 che non si sono vaccinati contro il Covid. A questi, si devono aggiungere 400.000 persone con oltre 50 anni che sono guariti da meno di 180 giorni e, di conseguenza, al momento sono in possesso del green pass rafforzato.
Nel dettaglio, da domani 15 febbraio saranno 620.000 le persone tra i 50 e i 59 anni che non potranno recarsi sul proprio posto di lavoro. A queste va aggiunta una parte dei 370.000 60-69enni ancora non vaccinati.
Il rischio di una multa da 100 euro una tantum, che nel caso potrebbe essere pagata anche in autunno, oltre alla prospettiva ben più pesante di non poter più lavorare, non sembrerebbe aver spaventato molti degli over 50.
La scorsa settimana infatti solo 18.500 50-59enni e 13.200 60-69enni hanno ricevuto la loro prima dose del vaccino: chi si aspettava una corsa alla somministrazione in vista dell’obbligo anche per lavorare, probabilmente sarà rimasto deluso.
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Il Governo tira dritto
L’Italia da tempo è uno dei Paesi più vaccinati al mondo, tanto che si stima che circa il 90% dei cittadini, tra chi ha completato il proprio ciclo vaccinale e chi invece è guarito di recente dal Covid, in questo momento abbia gli anticorpi.
Ora che la variante Omicron, più contagiosa ma meno virulenta rispetto a Delta tanto che diversi scienziati parlano di un virus prossimo a diventare endemico, è diventata dominante in Italia visto che rappresenta il 99% dei nuovi casi, i contagi e i ricoveri in terapia intensiva sono in netto calo nel nostro Paese.
In virtù di questi numeri, ha senso proseguire nello scontro frontale con i no-vax escludendo dal lavoro oltre mezzo milione di persone in un momento così delicato dal punto di vista economico?
Viste le tante misure restrittive messe in campo, il sentore è che ormai nel Bel Paese non si siano immunizzati contro il Covid soltanto gli “irriducibili” che difficilmente verranno convinti.
Nonostante il possibile scenario di un virus che presto potrebbe diventare endemico, dato che si parla del green pass e del vaccino obbligatorio che potrebbero rimanere in vigore anche oltre il 15 giugno per una sorta di “premialità” verso chi si è vaccinato, il Governo sembrerebbe essere intenzionato a tirare dritto per la propria strada non abbandonando la strategia della linea dura anche di fronte a dei risultati non certo entusiasmanti.
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