Vaccino Covid: priorità agli insegnanti per mettere in sicurezza le scuole?

Antonio Cosenza

09/01/2021

Vaccino Covid, il commissario straordinario per l’emergenza conferma la possibilità di riconoscere una priorità a chi lavora nelle scuole. Ma è un rischio.

Vaccino Covid: priorità agli insegnanti per mettere in sicurezza le scuole?

Anticipare le vaccinazioni nelle scuole per garantire il rientro di tutti gli studenti in classe: si sta ragionando su questa proposta, come confermato dal Commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri.

Un’idea nata per mettere in sicurezza le scuole, ma questo significa che in tal caso bisognerebbe rivedere l’ordine delle priorità, a scapito degli Over 60. Ricordiamo, infatti, che secondo il piano vaccinale attualmente pensato dal Governo, una volta che terminerà questa fase - in cui si stanno vaccinando gli operatori sanitari (1,4 milioni di persone), il personale e gli ospiti delle RSA (mezzo milione) e gli Over 80 (4,3 milioni) - dovrebbe toccare a coloro che hanno un’età compresa tra i 60 e 79 anni (altre 13,4 milioni di persone) e a coloro che hanno una comorbità cronica (7,4 milioni).

Gli insegnanti, quindi, saranno i prossimi ad essere vaccinati solo nel caso in cui questi rientrino in una delle suddette categorie. Ma si tratta di una piccola percentuale del corpo docente, ed è per questo che si sta riflettendo sulla possibilità di riconoscere la priorità all’intera categoria.

Insegnanti vaccinati prima degli Over 60? È una possibilità

Come prima cosa va detto che - tenendo conto delle dosi di vaccino a disposizione - nel migliore degli scenari nel primo trimestre avremo immunizzato (e questo ricordiamo significa somministrazione di una doppia dose) solamente gli operatori sanitari, gli ospiti nelle RSA e gli anziani Over 80.

La speranza è che terminata questa prima fase avremo a disposizione anche le dosi del vaccino di AstraZeneca, così da poter riprogrammare il calendario delle vaccinazioni e valutare se c’è spazio per nuove categorie rispetto a quelle alle quali è già stata riconosciuta la priorità.

Lo conferma Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza Covid, il quale ha confermato che stanno arrivando pressioni per anticipare le vaccinazioni nella scuola. Ovviamente non per gli studenti, quanto per insegnanti e personale ATA.

Ciò vorrebbe dire che bisognerebbe trovare spazio per circa un milione di persone (683.975 insegnanti, 153.521 docenti di sostegno, 203.000 personale Ata e 7.000 presidi), e questo significa che saranno riservate loro 2 milioni di dosi di vaccino.

Perché si sente questa necessità? Perché nonostante le rassicurazioni della Azzolina, i contagi nelle scuole ci sono e tra i più esposti sono gli insegnanti. Ed è per questo che tra i docenti cresce il fronte di coloro che vogliono continuare - nelle scuole superiori - con la didattica a distanza.

Insegnanti vaccinati prima degli Over 60: perché è un rischio?

Dare la precedenza al corpo docente, come pure a tutti coloro che lavorano nelle scuole, rappresenta però un rischio. Dare la precedenza al personale della scuola rispetto a chi ha un’età compresa tra i 60 e i 79 anni, infatti, significherebbe mettere davanti l’esigenza di riaprire le scuole in sicurezza a quella di immunizzare una fascia della popolazione particolarmente esposta ai rischi del Covid.

Si tratta, infatti, di una fascia d’età con un elevato tasso di letalità: tra i 60 e i 69 anni, infatti, siamo al 3%, mentre tra i 70 e i 79 anni si arriva addirittura al 10,2%. Per capirci, nella fascia che va dai 30 ai 50 anni la mortalità è tra lo 0,1 e lo 0,2%.

Ed è per questo motivo che dal Ministero della Salute frenano rispetto alla possibilità che possa esserci una priorità per il personale della scuola, a meno che questa non vada a discapito degli anziani. Tutto, quindi, dipenderà da un possibile aumento delle dosi a disposizione.

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