Variante Delta in Italia, nuova stretta su controlli e misure per fermarla

Fiammetta Rubini

25 Giugno 2021 - 11:10

Le Regioni devono potenziare i controlli e le misure di contenimento per contrastare la diffusione della variante Delta in Italia. Ecco cosa sta succedendo.

Variante Delta in Italia, nuova stretta su controlli e misure per fermarla

In attesa dei dati sulla variante Delta in Italia che dovrebbero confermare l’aumento dei casi legati a questa mutazione del virus, più contagiosa e in grado di sfuggire ai vaccini, il Ministero della Salute ha inviato un avviso alle Regioni per raccomandare di applicare con rigore le misure di contenimento e potenziare sequenziamento e contact tracing, con particolare attenzione a chi si è infettato dopo il vaccino e a chi arriva da altri Paesi con alta circolazione di varianti.

Secondo le stime, entro fine agosto la variante Delta sarà dominante in Europa e rappresenterà il 90% dei nuovi casi. L’Italia, pur guardando con preoccupazione l’avanzata della variante Delta negli altri Paesi (l’ultimo la Finlandia, dove un focolaio di Delta ha interessato 4 ospedali), non ha adottato finora una strategia efficace per individuare e contenere la diffusione della variante, anche se sono stati individuati diversi cluster da Nord a Sud.

Variante Delta, più controlli e misure in Italia: su chi e cosa

L’ultimo report dell’Iss sulla prevalenza delle varianti di Covid-19 in Italia riporta che i casi associati alla variante Delta e alla sua sottovariante Kappa sono rari, “sebbene sia stato osservato un recente aumento nella frequenza, soprattutto della variante Delta”. La nota trasmessa dal Ministero alle Regioni raccomanda dunque di mettere in campo misure di contenimento e prevenzione e di attuare il sequenziamento dando priorità ai campioni provenienti da:

  • soggetti vaccinati che successivamente si infettano nonostante lo sviluppo della risposta immunitaria;
  • contesti ad alto rischio quali ospedali nei quali vengono ricoverati pazienti immuno-compromessi positivi per lunghi periodi;
  • casi di reinfezione;
  • individui in arrivo sa Paesi con alta incidenza delle varianti, aumento dei casi o cambiamento nella trasmissibilità e/o virulenza in un’area, cluster per valutare la catena di trasmissione.

I dati sulla variante Delta in Italia

Al 18 maggio la variante Delta in Italia era attestata all’1%. Ora, sulla base dei campioni prelevati dal 9 al 23 giugno, stando al database internazionale Gisaid, su 218 sequenze depositate 71 (32,6%) sono da variante Delta. Il problema, però, è che non tutte le Regioni condividono i sequenziamenti in questo database.

“In assenza di dati affidabili sulla presenza della variante Delta in Italia”, dice il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, “tre sono le ragionevoli certezze: innanzitutto il numero di sequenziamenti effettuati è modesto e eterogeneo a livello regionale; in secondo luogo, il contact tracing non è stato ripreso, nonostante i numeri del contagio lo permettano”.

Spinge per un potenziamento delle misure di controllo la Fondazione Gimbe, che alla luce dei dati del monitoraggio settimanale dal 16 al 22 giugno afferma: “Non è accettabile una gestione ’attendista’ della variante Delta, contro la quale occorre attuare tempestivamente le misure raccomandate dall’ECDC: potenziare sequenziamento e contact tracing, attuare strategie di screening per chi arriva dall’estero e accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60 e nei fragili”.

La stretta anti-variante Delta in Israele

Il recente aumento dei contagi per variante Delta preoccupa Israele, che per non vanificare i risultati raggiunti finora nella lotta alla pandemia sta correndo ai ripari con il ripristino di alcune misure restrittive. Torna l’obbligo delle mascherine al chiuso ed è slittata al 1° agosto l’apertura delle frontiere ai turisti vaccinati, inizialmente prevista per il 1° luglio.

Non si escludono ulteriori strette riguardo le regole su tamponi e quarantena. Si ipotizza l’introduzione di una multa da 1.500 dollari per i genitori i cui figli violano l’isolamento domiciliare e di imporre la quarantena dopo contatto con positivo anche a chi è guarito o ha ricevuto il vaccino. Al momento la situazione non è allarmante, anche perché all’aumento dei contagi non è corrisposto un aumento dei ricoveri. I vaccini funzionano, ma bisognerà premere sull’acceleratore per vaccinare i più giovani, al momento la categoria che risulta meno vaccinata e più esposta al contagio.

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