I verbali BCE della riunione del 28 ottobre sono stati svelati: nessuna sorpresa rispetto a quanto ampiamente sostenuto da Lagarde e dal board. La politica resta accomodante, con focus su inflazione.
Nei verbali BCE della riunione del 28 ottobre scorso non sono emerse novità eclatanti e la guidance della banca centrale è rimasta intatta.
Lo scenario a breve termine non è, comunque, esente da rischi: catene di approvvigionamento ancora bloccate, prezzi energetici in aumento e inflazione elevata rimangono potenziali ostacoli a una piena ripresa nei prossimi mesi.
Con questa avvertenza, le minute BCE hanno confermato tassi fermi e acquisti PEPP fino a marzo 2022: con quale allerta per l’Eurozona?
Nei verbali BCE nessuna novità, ma attenzione ai prezzi
Le minute BCE sull’incontro del 28 ottobre hanno di fatto rimandato al vertice di dicembre nuovi e importanti aggiornamenti su proiezioni PIL (forse in ribasso) e inflazione (probabilmente in rialzo).
Pur rimanendo convinta che nel medio termine l’inflazione resterà al di sotto del target del 2%, la banca centrale ha posto l’attenzione su diverse questioni:
“un prolungamento delle interruzioni della catena di approvvigionamento potrebbe rallentare la ripresa, mentre i prezzi dell’energia costantemente elevati potrebbero ostacolare l’attività economica e intaccare il reddito disponibile, pesando così su consumi e investimenti. In particolare, se questi fattori persistessero più a lungo del previsto, lo spostamento verso l’alto del livello dei prezzi potrebbe tradursi in aumenti salariali superiori al previsto. Gli ultimi dati indicano ancora un ampio ristagno del mercato del lavoro e la dinamica salariale è rimasta contenuta.”
La maggiore persistenza dell’aumento dei prezzi è stata ammessa, pur non trovando ancora giustificato un intervento sui tassi di interesse visto che i prezzi sono stimati in ribasso nel corso del 2022.
Nella riunione è stato respinto anche lo scenario di stagflazione:
“è stato avvertito che i movimenti temporanei dei prezzi e della produzione in direzioni diverse non dovrebbero essere etichettati come stagflazione. Era abbastanza normale che le ultime fasi di una ripresa fossero accompagnate da una crescita inferiore e la maggior parte delle recenti pressioni al rialzo sui prezzi provenivano da effetti di base. È stato sottolineato che le prospettive attuali mancano chiaramente dell’elemento di stagnazione. La dinamica della crescita stava diminuendo, ma all’interno di una ripresa ancora forte e con robusti tassi di crescita dell’attività, ben al di sopra della crescita potenziale”
In conclusione, i verbali BCE hanno sottolineato che i membri hanno espresso ampio - non unanime - accordo sul mantenere ancora la politica monetaria accomodante.
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