Si sta svolgendo a Pechino la cerimonia conclusiva dell’evento Belt and Road, con il comunicato finale che avverrà domani. Sono presenti 150 Paesi con 37 capi di Stato, tra cui il presidente Vladimir Putin e il premier Italiano Giuseppe Conte.
Il Belt and Road è il termine con il quale viene definita la nuova Via della Seta, un’iniziativa che ha portato a un negoziato durato parecchi mesi che si concluderà domani con la comunicazione che verrà sottoscritta a Pechino. Le tensioni non sono mancate, oltre alle grandi assenze da parte dell’Europa che è stata rappresentata solo dal presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte.
Il progetto della nuova Via della Seta
Il termine Via della Seta, riporta il ricordo dell’antica strada che collegava l’oriente con l’occidente già dai tempi dei romani. La moderna belt and road nasce nel 2013 per idea del presidente cinese Xi Jinping, con la costruzione di un insieme di infrastrutture attraverso l’Asia, l’Africa e L’Europa. Il primo forum è stato effettuato nel 2017. Domani a Pechino verrà concluso il secondo. A partecipare sono stati numerosissimi i paesi. Gli investimenti sono ingenti oltre al fatto che nel delinearsi la realizzazione del programma si sta definendo un nuovo ruolo della Cina che non è ben visto da molti paesi.
Il nuovo volto della Cina
La Cina non solo è promotrice del progetto, ma in questi giorni si è voluta fare vedere sotto una visione ben differente più aperta ai compromessi. Il Ministro delle finanze Liu Kiun ha più di una volta cercato di stemperare le possibili critiche da parte di paesi asiatici e africani che sono in difficoltà per gli investimenti collegati alla realizzazione della nuova Via della Seta, come per esempio Malesia e Thailandia. Sono oltre mille miliardi di dollari gli investimenti che confluiranno all’interno del progetto, e le banche cinesi si sono esposte per 440 miliardi di dollari al fine di finanziare le costruzioni di porti, aeroporti e strade.
La Cina non è un paese lanciato alla conquista del mondo, ma ha una cooperazione economica che deve avvenire sugli stessi livelli. Inoltre si è ribadito come fosse importante uno standard di qualità da mantenere in accordo con tutti i partecipanti al progetto.
Il presidente Xi Jinping ha cercato di dare un volto più gentile a quella che è l’espansione commerciale della nazione cinese e visto da alcuni analisti come una forma di messaggio nei confronti del presidente Trump e della prossima ratifica del trattato commerciale. Inevitabilmente la Cina si configura come un’alternativa alla rigidità e aggressività degli Stati Uniti.
Conte tutela l’Italia
La grande assente è l’Europa se si considera che oggi sono quasi 15 mila i treni dalla Cina che arrivano nelle stazioni di Duisburg e Rotterdam. Unico premier membro del G7 presente è stato Giuseppe Conte. Infatti i legami economici tra il nostro Paese e la Cina sono importanti. Basta considerare che l’Italia importa più di 30 miliardi all’anno di beni cinesi, le aziende con partecipazione cinese sono 641, con 32 mila lavoratori.
Durante la conferenza stampa Conte ha ribadito come la nostra nazione sia molto attenta a quelle che sono le nuove iniziative commerciali e in particolare alle tecnologie come per empio l’introduzione del sistema 5G. Nell’intervista ha dichiarato che nei confronti di Huawei o di altre aziende non vi è nessuna forma di ostacolo allo sviluppo di realtà innovative che possono portare a dei vantaggi dal punto di vista delle comunicazione e del lavoro, ma che l’Italia si tutelerà con attenzione imponendo degli standard di sicurezza molto elevati.
Ha concluso che è in attesa di ritornare per ascoltare Siri e decidere sulla vicenda.
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