Impatto devastante del coronavirus sull’industria del vino, molti imprenditori nutrono poche speranze nella ripartenza. Ecco quanti soldi ha perso il settore negli ultimi mesi.
Il coronavirus ha rappresentato un vero e proprio tsunami per l’industria del vino, che potrebbe perdere circa 2 miliardi di euro di ricavi nel 2020.
Calano le vendite sia sul mercato italiano che su quello estero e la maggior parte delle imprese prevedono uno scenario ancora più buio per quanto riguarda i prossimi mesi.
Tante le criticità riscontrate, a partire dalla promozione dei prodotti andata in fumo con la cancellazione di Vinitaly 2020. Poi il blocco alla vendita diretta, le nuove misure di sicurezza ostacolo alla logistica, la scarsa reperibilità di lavoratori stagionali e il nodo dell’invenduto. Numerosi colpi bassi che il nuovo virus ha saputo sferrare.
Un impatto che nessuno si aspettava potesse gravare così tanto sui risultati di quest’anno del settore, la ripresa dipenderà esclusivamente dall’andamento futuro della pandemia.
Effetto coronavirus: l’industria del vino perde 2 miliardi di euro
L’emergenza coronavirus ha preso alla sprovvista la maggior parte dei settori produttivi, sia in Italia che all’estero. I mesi di lockdown e lo stop alle attività hanno causato perdite ingenti e il mercato sembra non poter tornare ai livelli pre-crisi almeno nel breve periodo. Potrebbero esser stati bruciati già 2 miliardi di euro sul fatturato dell’industria vinicola per il 2020, con le vendite nazionali ed estere in calo, una riduzione che si aggirerà attorno al 20-25%.
Sono i dati forniti negli ultiim giorni dall’Area studi di Mediobanca, che ha analizzato 215 società italiane con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro nel 2018 e 14 imprese internazionali quotate con fatturato di oltre 150 milioni. Si prospettano settimane molto dure per l’export, con una contrazione prevista per quest’anno che oscilla tra 700 milioni e 1,4 miliardi. Una batosta notevole, considerando che nel 2019 i dati sulle esportazioni delle aziende italiane parlavano di un totale di 6,4 miliardi di euro.
Il mercato domestico potrebbe rimanere in perdita fino a metà maggio ma molto dipenderà dagli sviluppi della pandemia. Si prevede in generale una perdita di oltre 500 milioni, almeno fino a quanto la vendita passerà solo per il 65% attraverso canali diversi dalla GDO (grande distribuzione organizzata). In uno scenario di ripresa con ritmi inferiori del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si potrebbe registrare una contrazione del fatturato di un altro mezzo miliardo.
I segnali provenienti agli addetti ai lavori, poi, non sono certo incoraggianti. Tra le imprese interpellate il 63,5% ha pronosticato un calo delle vendite e il 41,2% di queste crede che la flessione possa superare il 10%. Solo il 36,5% prevede una crescita del fatturato nel 2020 e il 4,7% la stimano superiore al 10%. Nutrono più speranze i produttori di vini spumanti: il 55.5% di essi ha pronosticato perdite di fatturato e una contrazione dell’export del 41,2%.
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