Il Parlamento ha approvato il voto ai 18enni anche per il Senato: saranno circa 4 milioni di elettori in più. Ecco a quali partiti conviene e come votano i giovani.
Alle prossime elezioni politiche, i 18enni potranno votare al Senato per la prima volta nella storia della Repubblica italiana. Diversi analisti di conseguenza si stanno interrogando per capire a quali partiti conviene la riforma, guardando sopratutto gli ultimi sondaggi disponibili.
L’abbassamento dell’età dell’elettorato attivo per la Camera alta del Parlamento, che da 25 anni passa a 18, è stato approvato in via definitiva lo scorso 8 luglio a Palazzo Madama con 178 favorevoli, 15 contrari e 30 astenuti. Rimane invariata invece a 40 anni l’età dell’elettorato passivo, ovvero chi può ricoprire la carica di senatore.
Dopo il referendum del taglio dei parlamentari del 20 settembre 2020, in cui grazie alla netta vittoria del Sì si è passati da un totale di 945 parlamentari a 600, si è assistito in questa legislatura a un cambiamento radicale del sistema italiano: al Senato aumenteranno di circa 4 milioni gli elettori, mentre gli eletti saranno ridotti di un terzo.
Per i vari partiti del panorama politico italiano, diventa quindi fondamentale comprendere come si potrebbero comportare questi “nuovi elettori”, che ora si potranno esprimere anche per la composizione del Senato.
Voto 18enni Senato, a quali partiti conviene
Come è ben noto, il sistema italiano fondato sul bicameralismo perfetto obbliga l’esecutivo ad ottenere la fiducia sia alla Camera che al Senato, ma proprio Palazzo Madama ha presentato storicamente il ramo del Parlamento con i numeri più risicati, anche a causa della discrepanza degli elettori.
In occasione della proposta ancora più radicale del segretario del PD Enrico Letta di estendere il diritto di voto ai 16enni, il portale YouTrend aveva provato a marzo ad immaginare quali sarebbero stati i risultati delle elezioni del 2018 se gli over 18 avessero potuto votare anche al Senato.
Fonte YouTrend
In uno scenario del genere, ponendo che la maggioranza delle persone esprima la stessa preferenza per entrambi i rami del Parlamento, si sarebbe assistito a un trionfo ancora più netto del Movimento 5 Stelle, il quale avrebbe sfiorato quota 38%, mentre il Partito Democratico sarebbe crollato al 14,4%.
Tale possibilità avrebbe penalizzato anche il centrodestra, soprattutto Forza Italia e Lega, mentre avrebbe premiato Meloni, Bonino e Liberi Uguali.
La situazione secondo gli ultimi sondaggi politici
Tuttavia la situazione è radicalmente cambiata oggi rispetto al 2018.
Secondo gli ultimi sondaggi politici di SWG del 5 luglio, la Lega è tornata primo partito con il 20,6%, tallonata comunque da Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni che ha però registrato un primo calo, seppur minimo, dopo il costante trend positivo delle ultime settimane.
Il PD occupa invece la terza posizione perdendo lo 0,1% mentre crolla il Movimento 5 Stelle che sembra pagare lo scontro interno tra Grillo e Conte.
Ecco come votano i giovani
Se queste sono le rilevazioni in termini assoluti di preferenze, rimangono i dubbi su come queste potrebbero tradursi in seggi in Parlamento o, in altre parole, chi avrà la maggioranza in grado di esprimere un Governo.
Un altro aspetto di cui tenere conto è la tendenza all’astensionismo registrata dalla stessa SWG lo scorso 15 giugno da parte degli elettori compresi tra i 18 e i 24 anni, con una considerevole fetta che non considera i partiti attuali in grado di rappresentare le loro idee o di cambiare effettivamente la situazione.
Anche il Movimento 5 Stelle che più di tutti era riuscito a intercettare questa delusione avrebbe subito un calo del 5% in queste fasce d’età.
Fonte SWG
I leader che volessero riuscire a intercettare questo target, dovrebbero riuscire a dare una visione convincente sui temi che rappresentano le vere priorità per tale elettorato: le politiche economiche e sociali indirizzate ai giovani e gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale.
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