Il voto sulla Piattaforma Rousseau è uno strumento di democrazia diretta che, tuttavia, può essere annullato dai vertici del Movimento 5 Stelle, come già accaduto. A stabilirlo è l’articolo 4 dello Statuto.
Martedì 3 settembre, gli iscritti alla Piattaforma Rousseau sono chiamati a votare sul seguente quesito “Sei d’accordo al governo con il Pd presieduto da Conte?”
Il voto sulla piattaforma è uno strumento di democrazia diretta con cui il Movimento 5 Stelle intende consultare il parere dei suoi sostenitori. Tuttavia, il voto su Rousseau può essere ribaltato e annullato dai vertici del Movimento. Questo è quanto emerge dallo Statuto, precisamente dall’articolo 4, punto d.
Qui si stabilisce che “ Fatte salve le procedure elettive stabilite con le modalità di cui al presente statuto, le decisioni rimesse agli iscritti s’intendono approvate qualunque sia il numero di partecipanti al voto. Entro 5 (cinque) giorni, decorrenti dal giorno della pubblicazione dei risultati sul sito dell’Associazione, il Garante o il Capo Politico possono chiedere la ripetizione della consultazione, che in tal caso s’intenderà confermata solo qualora abbia partecipato alla votazione almeno la maggioranza assoluta degli iscritti ammessi al voto.” Insomma, detto in altre parole, se l’esito della votazione non piace, il Garante o il Capo Politico possono sempre richiedere una nuova votazione.
A confermare quanto detto è Marika Cassimatis che nel 2017, pur essendo stata indicata come candidata sindaca di Genova in seguito alla votazione sulla Piattaforma Rousseau, era stata poi sconfessata da Beppe Grillo poiché non ritenuta idonea. Quanto accaduto nel 2017, secondo la Cassimatis, potrebbe ripetersi anche in occasione della votazione sull’accordo di Governo con il Pd.
Voto Rousseau, la decisione può essere annullata: cosa dice veramente l’articolo 4
Le regole in merito alle modalità di votazione e validità del voto espresso tramite la Piattaforma Rousseau sono contenute nell’articolo 4 dello Statuto del Movimento 5 Stelle. Qui viene stabilito come prendere parte alla consultazione e le condizioni affinché la deliberazione sia valida. Per conoscere come procedere all’iscrizione sulla Piattaforma clicca qui.
La votazione tramite Rousseau è uno strumento di democrazia partecipativa e diretta degli affiliati al Movimento, che permette, in tempi rapidi, di consultare il parere degli elettori sul quesito proposto. Il 3 settembre, per esempio, si voterà sull’accordo per la formazione di un Governo tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico.
Tuttavia, pare che la decisione degli elettori non sia sempre definitiva: infatti bisogna tener conto dell’articolo 4, lettera d, dello Statuto M5S, che, secondo Marika Casellati e altri, permetterebbe ai vertici di partito di sconfessare l’esito della votazione quando non è di gradimento del Garante o del Capo politico.
Nel dettaglio, l’articolo 4, lettera d, recita quanto segue:
“Fatte salve le procedure elettive stabilite con le modalità di cui al presente statuto, le decisioni rimesse agli iscritti s’intendono approvate qualunque sia il numero di partecipanti al voto. Entro 5 (cinque) giorni, decorrenti dal giorno della pubblicazione dei risultati sul sito dell’Associazione, il Garante o il Capo Politico possono chiedere la ripetizione della consultazione, che in tal caso s’intenderà confermata solo qualora abbia partecipato alla votazione almeno la maggioranza assoluta degli iscritti ammessi al voto sulla base di quanto previsto dalla precedente lettera.”
In pratica, almeno secondo la Cassimatis, l’esito di ogni votazione dovrà sempre e comunque passare al vaglio di Grillo e Di Maio, che, se di parere contrario, possono stabilire una nuova votazione e quindi, di fatto, annullare quella precedente.
Unico caso in cui ciò non è concesso è quando alla votazione ha partecipato la maggioranza assoluta degli iscritti, tuttavia nessuno conosce il numero effettivo degli iscritti.
Per ulteriori dettagli, si consiglia di consultare lo Statuto del Movimento 5 Stelle:
Voto sulla piattaforma Rousseau annullato: il caso di Marika Cassimatis
Quanto detto è stato confermato e reso palese nel caso di Marika Cassimatis, insegnate ligure che nel 2017 era stata indicata come candidato sindaco di Genova dagli iscritti alla Piattaforma Rousseau ma che in seguito fu sconfessata da Grillo perché non ritenuta “idonea”.
Il comico ligure, infatti, con un post sul suo profilo Facebook aveva giustificato la non ammissione della Cassimatis come candidato sindaco di Genova, annullando di fatto la votazione prima avvenuta. Proprio per questa ragione, Marika Cassimatis si era espressa duramente contro il Movimento e contro, soprattutto, le modalità di voto sulla Piattaforma Rousseau, definendola un falso modello di democrazia partecipativa, in quanto, a conti fatti, la decisione finale spetterebbe sempre a Di Maio o allo stesso Grillo. Questa possibilità sarebbe prevista proprio dall’articolo 4, punto d, dello Statuto che abbiamo esposto nel paragrafo precedente.
In una recente intervista, la Cassimatis ha dichiarato che quanto successo a lei potrebbe anche avvenire in occasione del voto sull’accordo di Governo tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico.
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