Weidmann dovrà giocoforza stare ad ascoltare quei Governatori preoccupati circa le conseguenze sulle banche, le pensioni e i risparmiatori di un periodo prolungato di tassi di interesse negativi
Senza Mario Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea il sostegno incondizionato promesso alle economie dell’Eurozona grazie al protrarsi dalle politiche monetarie ultra espansive potrebbe venire meno.
E se il successore di Super Mario ai piani alti dell’Eurotower dovesse essere il tedesco Jens Weidmann (oggi a capo della Bundesbank) questo scenario ipotetico diverrebbe certezza.
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È la previsione azzardata da Peter Rosenstreich, Head of market strategy di Swissquote, che evidenzia come le possibilità di avere Jens Weidmann come nuovo Presidente siano aumentate moltissimo. Potrebbe essere la fine del “Wathever it takes” tanto caro a Mario Draghi?
BCE più ortodossa con Weidmann
L’eredità che lascia Draghi è quella di un dominio totale sul Consiglio dei Governatori. Un controllo che è stato cesellato nel “whatever it takes” e nelle azioni successive che sono risultate in grado di mettere al sicuro l’esperimento di politica monetaria europea nel 2012.
«Mentre Trichet aveva la mano pesante, nella testa di molti investitori Draghi e la BCE sono la stessa cosa. È logico aspettarsi dunque il ritorno al potere delle varie fazioni interne al Consiglio che vorranno recuperare il potere che con Draghi avevano dovuto mettere da parte», ha commentato Rosenstreich .
D’altra parte la sua politica di concessioni verso le nazioni periferiche (sia attraverso un allentamento dei tassi che tramite il posticipo della normalizzazione di politica monetaria) non è mai stata digerita del tutto ai piani alti di Francoforte.
Per questo l’analista di Swissquote ritiene che «l’atteggiamento espansivo di Draghi potrebbe venire un po’ annacquato e c’è da scommettere che Weidmann dovrà giocoforza stare ad ascoltare quei Governatori preoccupati circa le conseguenze sulle banche, le pensioni e i risparmiatori di un periodo prolungato di tassi di interesse negativi».
Escludendo dunque un peggioramento significativo dello scenario economico (la BCE ha già espresso il suo timore sul calo delle aspettative del tasso di inflazione) – prosegue l’analista -, qualsiasi misura nuovamente accomodante (leggi Quantitative Easing) non-ortodossa sarà certamente rimandata a data da destinarsi.
Cosa succederà alle obbligazioni europee con Weidmann alla BCE?
Se Weidmann otterrà il via libera, gli investitori si aspetteranno minori acquisti di titoli obbligazionari a supporto delle curve dei tassi e dei titoli bancari.
«Noi non ci aspettiamo una brusca correzione in quanto molti pezzi devono ancora trovare l’incastro perfetto, specie considerando che non possiamo sapere con certezza quale sarà l’atteggiamento reale del nuovo Presidente che dovrà rappresentare 19 Stati membri dell’Unione Europea», ha chiosato Rosenstreich, aggiungendo che fino ad ora, l’apertura di Fed e Bce a nuovi tagli dei tassi ha portato ad una discesa dei rendimenti su entrambe le sponde dell’Atlantico con l’oro che è risultato il primo beneficiario delle aspettative di questa svalutazione monetaria.
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