Tutti contro Orcel (UniCredit), non solo su Banco BPM. L’ex BCE anti Draghi attacca blitz Commerz

Laura Naka Antonelli

14/01/2025

Il CEO di UniCredit Andrea Orcel sotto assedio in Italia e in Germania, a causa dei dossier aperti di Commerzbank e Banco BPM. Affondo dall’ex BCE.

Tutti contro Orcel (UniCredit), non solo su Banco BPM. L’ex BCE anti Draghi attacca blitz Commerz

Andrea Orcel, CEO di UniCredit, sotto assedio, sia in Italia che in Germania, a causa del doppio blitz lanciato per conquistare sia la seconda banca tedesca Commerzbank che la rivale di casa Banco BPM.

L’ultimo attacco contro Orcel arriva dall’ex esponente tedesco della BCE che, più volte, nel bel mezzo della crisi dei debiti sovrani che rischiò di affossare per sempre il progetto dell’euro, con i suoi toni hawkish diede filo da torcere al numero uno all’epoca della Banca centrale europea ed ex presidente del Consiglio, Mario Draghi: ovvero da Jens Weidmann, oggi responsabile della commissione di supervisione di Commerzbank, finita nel mirino di Piazza Gae Aulenti, con una mossa lanciata dal banchiere che tanto ha angustiato il governo di Berlino.

UniCredit-Commerzbank: l’ex BCE anti Draghi dice no alle nozze e striglia Orcel

Jens Weidmann non l’ha mandata a dire, dicendo no – come aveva fatto in precedenza lo stesso governo tedesco di Olaf Scholz, da poco caduto in una Germania dove il prossimo 23 febbraio si terranno le elezioni anticipate – a una eventuale fusione tra UniCredit e Commerzbank:

È come in un qualsiasi tipo di relazione: se non ha subito successo, sarà difficile”, ha detto l’ex esponente della BCE all’epoca di Draghi, manifestando anche il dubbio che un takeover ostile nel settore bancario possa creare valore in modo sostenibile.

Da segnalare che, dopo l’ennesima sorpresa annunciata alla fine del 2024, e successivamente alle varie manovre dei mesi precedenti, UniCredit detiene al momento una partecipazione diretta nel capitale di Commerzbank del 9,5% circa e altre partecipazioni indirette pari al 18,5%, per una quota potenziale complessiva nell’istituto che ammonta al 28% circa.

Il sovranismo finanziario di Weidmann: im Germania meglio avere due banche indipendenti

Nel giustificare il suo no a un matrimonio tra UniCredit e Commerzbank, Weidmann non ha avuto remore a mostrare il suo volto sovranista, affermando che sarebbe vantaggioso per il sovranismo finanziario della Germania che nel Paese rimanessero due grandi banche indipendenti: dunque, nel caso specifico, Deutsche Bank e Commerzbank.

Citati come esempi di banche che hanno perso la loro indipendenza HypoVereinsbank e Bank Austria, che vennero rilevate da UniCredit nel 2005.

Nel caso in cui succedesse la stessa cosa a Commerzbank, “la sua presenza in Germania probabilmente sarebbe inferiore e l’attrattività di Francoforte in quanto centro finanziario ne soffrirebbe”, ha sottolineato Weidmann, precisando che molti clienti, soprattutto appartenenti al settore delle piccole e medie imprese, ne pagherebbero le conseguenze.

Il trend delle azioni Commerzbank, UniCredit, Banco BPM, Anima

Il titolo Commerzbank sale oggi alla borsa di Francoforte di oltre l’1%. Occhio al paradosso delle scommesse short contro le sue azioni, messe in evidenza da un report ad hoc che ha indicato come, a essere oggetto di posizioni ribassiste, sia anche l’altra banca italiana pedina del risiko bancario, sotto i riflettori sia per le mosse del governo Meloni che per il grande blitz lanciato da due indiscussi protagonisti del risiko bancario.

Le azioni UniCredit non scontano l’affondo dell’ex BCE, grande sostenitore della filosofia tutta tedesca del peccato del debito (schuld) Jens Weidmann, riportando anch’esse oggi un solido rialzo sul Ftse Mib.

Buy anche sulla preda italiana di Orcel, ovvero su Banco BPM, mentre nel bel mezzo della voglia di risiko che vede protagoniste anche le società del risparmio gestito, torna a scattare anche il titolo del gioiello italiano Anima Holding.

La Germania priva di un governo non è dunque disposta ad arrendersi alle mire del banchiere italiano Andrea Orcel, come ha già dimostrato fin dall’inizio, quando a suo dire è stata attaccata a sorpresa dall’investimento a sorpresa in Commerzbank di UniCredit.

A essere accampata contro UniCredit è stata anche la scusa dei BTP italiani, mentre c’è chi ha parlato anche del rischio di un ricatto contro l’Italia da parte della Germania, che potrebbe giocare anche la carta UniCredit-Commerzbank, per strappare al governo Meloni il sì al MES.

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