Il gasdotto Qatar-Turchia: vecchie ambizioni e nuove strategie nel grande gioco energetico e geopolitico del Medio Oriente, tra Siria, Fratellanza Musulmana e riassetti regionali globali.
A precisa domanda, ieri, il ministro turco per le risorse naturali, ha risposto così a chi riportava in attualità il vecchio progetto del gasdotto Qatar-Turchia (via Siria): «Per una Siria che ha raggiunto unità e stabilità, perché no?» Ha aggiunto: «Se ciò accade, la rotta deve essere sicura. Speriamo che lo sia, perché è questo il nostro desiderio». Di cosa si tratta?
Alcuni analisti avevano tempo fa indicato questo progetto, rifiutato ai tempi da Assad, come il vero sottostante l’intero sviluppo di questi sanguinosi anni di conflitto in Siria operato con le milizie jihadiste. L’anno scorso, dopo 12 anni, la Lega araba aveva riammesso Assad nel proprio consesso a maggioranza, in deciso dissenso e contrarietà proprio il Qatar. Altresì, vengono segnalati diversi tentativi recenti di Erdogan di provare a chiudere un accordo con Assad, sempre rispediti al mittente.
Terzo indizio (incerto) non è chiaro se l’aggregazione HTS di al-Jolani, dopo le numerose giravolte che l’hanno portata dall’area al Qaida a qualcosa che ancora non è chiaro, possa o meno essere iscritta alla Fratellanza musulmana -secondo alcuni analisti sì-, notoriamente sponsorizzata proprio da Qatar-Turchia. L’intero conflitto siriano inteso come “guerra civile” (quindi come logica del suo versante interno) risale proprio alla totale contrapposizione tra partito baathista al potere con colpo di stato militare e la Fratellanza musulmana (strage di Hama, tra 10.000 e 25.000 morti). [...]
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