Dopo le accuse e le indagini su alcuni componenti della sua famiglia, il deputato di Alleanza Verdi Sinistra si è autosospeso dal suo gruppo parlamentare.
Aboubakar Soumahoro è arrivato in Italia nel 1999 all’età di 19 anni. Di origini ivoriane, sindacalista, porta avanti da anni la battaglia verso l’inclusione, il rispetto dei diritti civili soprattutto a difesa dei migranti. Una battaglia che l’ha portato alla candidatura per la Camera alle elezioni politiche dello scorso settembre nelle fila del partito Alleanza Verdi Sinistra. L’ottimo risultato elettorale gli ha permesso di entrare in Parlamento. E fin dalle prime uscite alla Camera Soumahoro si è reso protagonista di diverse iniziative volta a tenere alta l’attenzione sui temi di cui combatte da sempre.
Si pensi che il primo giorno d’insediamento alla Camera, si è presentato indossando degli stivali sporchi di fango. “Portiamo questi stivali in Parlamento, gli stessi che hanno calpestato il fango della miseria. Portiamo gli stivali della lotta nel Palazzo per rappresentare sofferenze, desideri, speranze. Per chi è sfruttato e chi ha fame. Coi piedi saldi nella realtà” - precisò in un tweet. Da alcuni giorni però il suo nome è comparso nelle prime pagine di tutti i quotidiani per una vicenda giudiziaria che vede coinvolta soprattutto la suocera, indagata per malversazione. Indagine e caos mediatico che l’hanno portato ad autosospendersi dal suo gruppo alla Camera.
Aboubakar Soumahoro, perché si è autosospeso alla Camera
Dopo la pressione mediatica dei giorni scorsi e l’iscrizione nel registro degli indagati della suocera, il deputato sindacalista Aboubakar Soumahoro si è autosospeso dal gruppo Alleanza Verdi Sinistra alla Camera. La decisione è arrivata dopo un confronto durato due giorni con i leader del gruppo Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che hanno così commentato: «Rispettiamo questa scelta che, seppur non dovuta, mostra il massimo rispetto per le istituzioni e per il valore dell’impegno politico per promuovere le ragioni delle battaglie in difesa degli ultimi».
Soumahoro ha preferito al momento farsi da parte, in attesa che la faccenda che vede coinvolta in primis la suocera venga chiarita. Marie Thérèse Mukamitsindo è infatti indagata per malversazione. Si tratta del reato di chi distrae dalla sua destinazione fondi pubblici e sovvenzioni e prevede una condanna che va dai 6 mesi ai 4 anni. Tutta la vicenda ruota attorno a presunte irregolarità delle due coop gestite secondo gli inquirenti dalla suocera e dalla moglie di Soumahoro: la Karibu e il Consorzio Aid. Le due cooperative che danno lavoro ai braccianti in provincia di Latina, sono finite sotto la lente della Guardia di Finanza per presunti mancati pagamenti ai dipendenti e contratti non regolari.
Le prime segnalazioni di una trentina di lavoratori delle coop erano state raccolte a giugno dalla Uiltucs di Latina. Ma oggi si apprende che sia la Guardia di Finanza, sia l’ispettorato del lavoro stavano indagando già da diversi mesi prima. Si parla di circa 8.022 mesi di stipendi non corrisposti ai dipendenti. “Non abbiamo soldi da dargli perché lo Stato non ci paga in tempo: tra burocrazia e Covid i fondi arrivavano anche dopo un anno e mezzo" - la difesa di Marie Thérèse Mukamitsindo.
Ma la vicenda degli stipendi non è l’unica su cui si sta indagando. Nel mirino anche gli stipendi dei 4 soci della Karibu che hanno incassato 392.801 euro, finiti probabilmente in Ruanda. E poi c’è la questione dei fondi della Lega dei Braccianti, circa 250mila euro che non si sa dove siano finiti né come siano stati spesi.
In questa vicenda Aboubakar Soumahoro al momento non risulta essere coinvolto anche se, viste le battaglie sulla lotta ai braccianti su cui ha costruito la sua carriera sindacale prima e politica poi, l’episodio assume maggiore gravità.
Aboubakar Soumahoro: quanto guadagna
Aboubakar Soumahoro è laureato in sociologia e da anni porta avanti la sua battaglia come sindacalista a difesa dei braccianti e dei migranti. Non ci sono molte notizie sui suoi guadagni se non che in questo momento percepisce lo stipendio da parlamentare, ovvero circa 5mila euro al mese a cui poi va aggiunta una diaria di 3.500 euro e rimborsi vari per raggiungere quasi 14mila euro mensili.
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