Cosa c’è di vero sul piano del governo italiano di aumentare le accise sul diesel (che sono già le più care d’Europa).
È da poco stato pubblicato il piano strutturale di bilancio di medio termine. Parolone che indica l’ennesimo piano burocratico previsto dal nuovo patto di stabilità.
Ciò che lo differenzia dal passato è il suo carattere, appunto, a medio periodo: 2025-2029 (con previsioni ed impegni addirittura fino al 2031). E pur essendo un documento che a livello politico delinea delle tendenze e delle linee guida, ha già fatto discutere molto.
In primis per un possibile aumento delle accise sul diesel. Già perché nel documento si prevede proprio ‘utilizzare il riordino delle spese fiscali (tax expenditures) in determinati ambiti di tassazione, come l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina’. Una stangata da oltre 200 euro l’anno a famiglia secondo Confesercenti. Data la polemica montante, il governo è corso ai ripari e ribadendo che non vi sarà mai alcun aumento, al massimo si potrebbe valutare un allineamento tra le due accise abbassando quella della benzina ed aumentado quella sul gasolio. La prima, ad oggi, è pari a 73 centesimi (superato solo da Olanda e Germania) mentre per il diesel si parla di 62 centesimi, il costo più alto in Europa. Ma anche questa soluzione implicherebbe implicitamente una maggior tassazione per gli italiani di almeno un paio di miliardi, dato che le vetture a gasolio sono circa il triplo di quelle a benzina. [...]
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