“Acquistare più GNL e petrolio Usa o saranno dazi”, l’ultimatum di Trump all’UE

Violetta Silvestri

20 Dicembre 2024 - 11:55

Trump torna a minacciare l’Europa di tariffe: se l’UE non acquisterà più GNL e petrolio Usa sarà guerra commerciale.

“Acquistare più GNL e petrolio Usa o saranno dazi”, l’ultimatum di Trump all’UE

Europa sotto minaccia - o ricatto - di Donald Trump: l’ultimo messaggio del presidente eletto Usa è arrivato Bruxelles come un vero e proprio ultimatum.

Sulla sua piattaforma Truth Social, il tycoon ha scritto parole inequivocabili:

“Ho detto all’Unione Europea che devono compensare il loro enorme deficit con gli Stati Uniti con l’acquisto su larga scala del nostro petrolio e gas. Altrimenti, saranno TARIFFE fino in fondo

Trump ha fatto delle minacce di dazi drastici sui partner commerciali degli Stati Uniti, tra cui Cina, Messico e Canada, uno degli elementi distintivi della sua campagna presidenziale e ha continuato a ripetere questa strategia mentre si prepara a entrare in carica, nonostante gli economisti mettano in guardia sui rischi per l’inflazione interna.

In realtà, c’è molta incertezza sull’entità delle tariffe che Trump sarà disposto (o in grado) di applicare e su quanto, invece, la sua retorica costituisca un punto di partenza per concludere accordi.

Tuttavia, questo ultimo messaggio indirizzato all’UE qualcosa di preoccupante lo nasconde. L’Europa è di nuovo colpita nel suo punto debole: l’energia. Mentre cerca un nuovo equilibrio per liberarsi del tutto della Russia come fornitore energetico, l’Europa ha trovato negli Usa un partner strategico per il GNL.

Mosca, però, è ancora presente nella lista dei venditori di gas naturale liquefatto di alcuni Paesi (Francia e Germania tra questi). E portare più GNL Usa negli Stati membri UE non è sempre agevole a livello logistico.

In questo contesto, aggiungere dazi sul commercio UE-Usa avrebbe un impatto davvero negativo. Quanto è reale la minaccia di Trump?

Europa in bilico tra dazi Usa e dilemma gas

Venerdì il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di aver intimato all’Unione Europea di ridurre il divario commerciale con gli Stati Uniti tramite l’acquisto di petrolio e gas, altrimenti dovrà pagare tariffe.

Secondo i dati statunitensi, il deficit commerciale di beni e servizi del Paese con l’Unione Europea è stato di 131,3 miliardi di dollari nel 2022. Gli Stati Uniti sono il principale mercato per i beni dell’UE, rappresentando quasi un quinto delle esportazioni del blocco.

Il più grande deficit commerciale degli Usa con l’unione riguarda macchinari e veicoli, con un divario totale di 102 miliardi di euro (106 miliardi di $) nel 2023. Nell’energia, Washington ha invece avuto un surplus commerciale con il blocco europeo del valore di 70 miliardi di euro.

Gli Stati Uniti sono inoltre il principale produttore di petrolio al mondo e hanno rappresentato il 22% della fornitura globale nel 2023, secondo la US Energy Information Administration, che prevede una produzione record di petrolio greggio nel 2024. I produttori stimano livelli di fornitura ancora più elevati in un contesto di deregolamentazione sotto Trump.

Le esportazioni di greggio degli Stati Uniti verso l’Europa ammontano a più di due milioni di barili al giorno, rappresentando oltre la metà delle esportazioni totali degli Stati Uniti, mentre il resto è destinato all’Asia. Paesi Bassi, Spagna, Francia, Germania, Italia, Danimarca e Svezia sono i maggiori importatori, secondo i dati del governo degli Stati Uniti.

L’esternazione di Trump ha un duplice scopo: rafforzare la linea del tycoon sulla ferrea difesa del nazionalismo economico e innervosire il partner UE sul suo lato debole, la strategia energetica.

In realtà, l’Unione Europea ha già indicato che prevede di acquistare più energia dagli Stati Uniti nei prossimi anni. Il mese scorso, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto ai giornalisti che sostituire le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia con volumi statunitensi sarebbe più economico e che l’UE cercherà di impegnarsi e negoziare sulla questione quando Trump entrerà in carica nel 2025.

Gli Stati Uniti sono già il più grande fornitore europeo di GNL, ma le importazioni dalla Russia rimangono saldamente al secondo posto. I funzionari dell’UE stanno cercando modi per limitare il ruolo di Mosca mentre la guerra in Ucraina continua, ma la questione è complessa. I Paesi dell’Europa centrale e orientale, per esempio, si sentono allarmati da uno stop definitivo del gas russo.

L’Europa è pronta alla guerra dei dazi di Trump?

Con la vittoria elettorale di Trump il mese scorso, i funzionari e gli stati membri dell’UE si stanno preparando a un’offensiva commerciale.

Il blocco è stato ampiamente colto di sorpresa nel 2017 quando Trump, citando preoccupazioni di sicurezza nazionale nel suo precedente mandato da presidente, ha imposto tariffe sull’acciaio e l’alluminio europei. Da allora, l’UE ha reinventato la sua dottrina commerciale e ampliato la sua “cassetta degli attrezzi”, dotandosi di una gamma di opzioni per contrastare le pratiche coercitive.

Il nuovo strumento anti-coercizione dell’UE, per esempio, rafforza le difese commerciali e consente alla Commissione, il braccio esecutivo del blocco, di imporre tariffe o altre misure punitive in risposta a tali restrizioni motivate politicamente.

L’UE ha inoltre adottato un cosiddetto regolamento sulle sovvenzioni estere, che consente alla Commissione di impedire alle aziende straniere che ricevono sussidi statali ingiusti di partecipare a gare d’appalto pubbliche o ad accordi di fusione e acquisizione nell’Unione, tra le altre misure.

“Siamo ben preparati alla possibilità che le cose cambino con una nuova amministrazione statunitense”, ha affermato il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock dopo un incontro del G7 in Italia a fine novembre. “Se la nuova amministrazione statunitense persegue una politica ’America first’ nei settori del clima o del commercio, allora la nostra risposta sarà ’Europa unita’”.

Enrico Letta, ex primo ministro italiano e preside della IE School of Politics, Economics and Global Affairs, ha dichiarato venerdì a “Squawk Box Europe” della CNBC che l’UE deve essere pronta a rispondere alla minaccia di Trump.

“Penso che sia un approccio transazionale e dobbiamo rispondere a questo approccio transazionale. [Trump] mescola energia e tariffe su beni, produzione e così via. Penso che sia sbagliato perché i due argomenti sono completamente diversi”, ha detto Letta.

Il clima è teso, anche se per molti la retorica di Trump potrebbe non concretizzarsi mai completamente in azioni concrete. Vero è, però, che in un contesto di grandi cambiamenti globali con un’UE indebolita da rigurgiti nazionalisti, gestire i dazi Usa potrebbe essere più difficile del solito. E far impennare i prezzi.

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