Addio 130 km/h in autostrada, cosa c’è di vero? Nuovi limiti di velocità in Italia ed Europa

Ilena D’Errico

14 Aprile 2025 - 22:56

Scopriamo cosa c’è di vero sul discusso addio dei 130 km/h in autostrada e cosa ci si può aspettare dalle nuove misure al vaglio.

Addio 130 km/h in autostrada, cosa c’è di vero? Nuovi limiti di velocità in Italia ed Europa

La questione dei limiti di velocità è molto complessa, soprattutto perché molti Stati dell’Ue stanno intervenendo in materia. Non si tratta certo di una coincidenza, ma piuttosto dell’adeguamento agli obiettivi comunitari in merito alla sicurezza della circolazione stradale. D’altra parte, le tematiche ambientali e le sfide per modernizzare le città impongono scelte ben ponderate per non paralizzare le città e creare effetti controproducenti. Tant’è che anche in assenza di regole omogenee sul punto, ci sono cambiamenti riguardanti tutta l’Europa, seppur in maniera graduale e ben ponderata.

Ciò riguarda a maggior ragione le autostrade, fondamentali anche nel collegamento tra i diversi Paesi membri. Ecco perché si torna a discutere del presunto addio del limite a 130 km/h in autostrada, che potrebbe lasciare spazio a velocità ben più elevate. Alcuni Paesi stanno già sperimentando questa soluzione, anche se in maniera a dir poco progressiva. In Olanda, per esempio, diverse tratte che dovevano essere interessate dall’aumento sono ora giudicate inadatte e manterranno il limite ordinario, per l’appunto 130 km/h. In Italia l’aumento non sarebbe troppo complesso dal punto di vista normativo, ma ci sono numerosi aspetti da bilanciare accuratamente, a partire dalla sicurezza stradale e dall’alta incidentalità. Non dimentichiamo, peraltro, che il Belpaese sta seguendo una linea diametralmente opposta: abbassando i limiti a 30 km/h in sempre più zone urbane, incrementando le tratte ciclabili e le aree pedonali e così via. Cerchiamo di fare chiarezza.

Come funzionano i limiti di velocità in Italia

In Italia sulle autostrade è consentito viaggiare fino a 130 km/h, salvo eccezioni riguardanti i conducenti che hanno conseguito la patente da meno di tre anni, alcuni mezzi particolari e anche le condizioni insolite della strada o della visibilità che richiedono maggiore prudenza. All’incirca, questo è limite previsto su tutto il territorio europeo, con alcuni paesi che si tengono al di sotto di questa soglia, ma comunque non inferiori ai 120 km/h, con eventuali restrizioni solo per le ore notturne.

In Italia sarebbe possibile innalzare il limite a 150 km/h per quei tratti autostradali con almeno tre corsie per senso di marcia, a patto che ci siano i tutor e delle condizioni adeguate, come previsto dall’articolo 142 del Codice della strada. Da tempo si discute dell’idea, ragionando soprattutto riguardo all’impatto ambientale.

Addio al limite a 130 km/h in autostrada: cosa c’è di vero

La Germania ha già rimosso i limiti su alcuni tratti dell’autostrada, mentre in Polonia e in Bulgaria il limite è stato innalzato a 140 km/h laddove possibile. La Repubblica Ceca, la Grecia e il Regno Unito stanno considerando l’idea, per il momento ancora con qualche perplessità. Come anticipato, una sperimentazione è in programma anche in Olanda, che però ha rapidamente escluso diverse tratte inizialmente considerate idonee. Per quanto riguarda l’Italia, non è stata colta l’occasione delle riforma, probabilmente per problemi di inquinamento visto che alcuni tratti sono troppo vicini ai centri abitati (e in molte zone prevedono infatti limiti inferiori).

In Italia, infatti, al momento non ci sono le condizioni - nemmeno strutturali - per innalzare i limiti di velocità nei tratti autostradali, cosa che peraltro sarebbe anche ammessa dalla legge. Anche per questo motivo, sono in corso tentativi di soluzioni alternative e più immediate, per esempio la rimozione dei caselli autostradali. Resta, poi, il grave problema degli incidenti, che nel nostro Paese sono in aumento anche per quanto riguarda i viaggi in autostrade e strade extraurbane.

Appare perfettamente sensato, in questo contesto, dare una più immediata priorità alla sicurezza della circolazione piuttosto che alle esigenze di viabilità. La speranza riposta dall’esecutivo nella riforma del Codice della strada potrebbe essere ben ripagata e spianare la via affinché in futuro possano essere introdotte le novità necessarie per salvaguardare l’ambiente. In caso contrario, l’Italia si troverebbe in una posizione decisamente complessa, ancora più indietro rispetto agli standard europei. È comunque vero che sono in corso iniziative diverse per perseguire questo obbiettivo, che potrebbero almeno compensare il distacco.

I nuovi limiti di velocità in Italia ed Europa

Mentre si pensa ad alzare i limiti di velocità sulle autostrade, si abbassano quelli delle strade urbane. In Italia abbiamo l’esempio emblematico della città di Bologna, dove dall’inizio del 2024 è previsto un limite di 30 km/h in gran parte delle strade, con l’obiettivo di coprire così il 90% del territorio urbano.

Anche se non in maniera così estesa, molte altre città italiane stanno seguendo la scia di Bologna, applicando il limite di velocità di 30 km/h in sempre più zone. Fra queste:

  • Torino:
  • Milano;
  • Firenze;
  • Roma.

Allo stesso modo, anche i centri urbani degli altri paesi europei stanno affrontando cambiamenti simili, con un analogo scontento dei cittadini. In Grecia, per esempio, il limite di velocità sta per scendere a 30 km/h in gran parte delle città. L’obiettivo condiviso è quello di incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici, ai quali è dedicato un programma specifico che assicuri la qualità e la funzionalità del servizio.

Da questo punto di vista, nonostante molto impegno, l’Italia è ancora carente e, come peraltro altri paesi europei, non riesce a fare lo stesso affidamento sul trasporto pubblico. In condivisione con la linea europea, tuttavia, anche il Belpaese ha in cantiere progetti ambiziosi per la riqualificazione urbana che favoriscano la mobilità sostenibile.

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