Il 31 marzo termina lo stato di emergenza legato al Covid e con esso potrebbero cadere una serie di restrizioni. Addio mascherine al chiuso dunque? Entriamo nel dettaglio.
Addio mascherine al chiuso dal primo aprile? Il 31 marzo termina lo stato di emergenza legato al Covid e con esso potrebbero cadere una serie di restrizioni. Qualche giorno fa, Guido Rasi, consulente del generale Figliuolo per la campagna vaccinale, ha ricordato l’importanza di questi presidi, in particolare al chiuso e in occasione di assembramenti.
Ad oggi non ci sarebbe ancora un’indicazione ufficiale sull’obbligo di mascherine al chiuso a partire da aprile. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sarebbe d’accordo con un allentamento delle misure di contenimento. Nelle ultime ore, inoltre, è spuntato fuori il modello americano a cui si potrebbe fare riferimento. Entriamo nel dettaglio.
Mascherine al chiuso, il modello americano
Da qui al 31 marzo sono diversi gli scenari che potrebbero aprirsi per quanto riguarda l’obbligo di mascherina al chiuso. Potrebbe restare tutto così com’è, ma questa è l’ipotesi meno probabile perché anche il presidente Mario Draghi ha auspicato una riduzione della misura. Probabilmente con il termine dell’obbligo di Ffp2 in alcune circostanze.
Un’altra opzione è la discrezionalità d’uso. Oppure si potrà seguire il cosiddetto modello americano. Modello che prevede 3 livelli di rischio. Proprio pochi giorni fa, infatti, gli Usa hanno cambiato le loro linee guida, introducendo le 3 fasce in base al rischio contagio.
Nelle zone a basso rischio, gli americani possono non usarle in aree al chiuso, come nei ristoranti e nei centri commerciali. Nelle aree a medio rischio, invece, viene chiesto ai cittadini di parlarne con il medico di base della possibilità o meno di toglierle. Nella terza fascia, quella più a rischio (come gli ospedali), la mascherina al chiuso continua a essere consigliata.
Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il presidente Joe Biden ha indicato un uso facoltativo del dispositivo. Nessun dovere dunque, se non per chi è stato esposto al virus.
Mascherine al chiuso, la posizione dell’Italia
In Italia la posizione per quanto riguarda l’obbligo di mascherina al chiuso è più prudenziale. Lo stesso presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli ha ricordato come sia «raccomandabile farla continuare ad indossare almeno negli ambienti chiusi, laddove dovessero esserci delle forti aggregazioni».
Anche perché resta la preoccupazione per una possibile recrudescenza dei contagi in autunno. Tra le ipotesi al vaglio, dunque, il ritorno all’uso della mascherina chirurgica e una riduzione dell’utilizzo della Ffp2. Tutto dipenderà, ovviamente, dall’andamento della pandemia e dei contagi Covid nei prossimi 30 giorni.
Favorevole invece a un allentamento delle misure a partire dal 31 marzo, Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute. «Sarà la data simbolica della fine della fase acuta della pandemia e della ritrovata normalità, si può ora ragionare su una progressiva riduzione delle misure di contenimento».
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