Addio definitivo al Reddito di cittadinanza, arrivano due assegni per occupabili e fragili: ecco gli importi

Giacomo Andreoli

28/04/2023

Con il nuovo decreto lavoro del governo Meloni vengono istituiti l’Assegno di inclusione e lo Strumento di attivazione, che superano definitivamente il Reddito di cittadinanza: ecco chi potrà averli.

Addio definitivo al Reddito di cittadinanza, arrivano due assegni per occupabili e fragili: ecco gli importi

Si chiameranno Assegno di inclusione e Strumento di attivazione e saranno gli strumenti che dal 1° settembre 2023 e dal 1° gennaio 2024 sostituiranno definitivamente il Reddito di cittadinanza. Il governo Meloni sta per approvarli con il nuovo decreto lavoro che dovrebbe avere il via libera il 1° maggio, in occasione della festa dei lavoratori e delle lavoratrici.

In questo modo l’esecutivo vuole tenere fede alla promessa fatta di smantellare il Reddito di cittadinanza e creare due nuovi strumenti di contrasto alla povertà. Quest’ultimi, però, a differenza di quanto promesso da diversi esponenti di Fratelli d’Italia nei mesi scorsi, avranno un importo meno corposo anche nel caso di famiglie con fragili, disabili o minori.

Addio al Reddito di cittadinanza, quanto varrà l’Assegno di inclusione

Secondo l’ultima bozza del decreto il nuovo Assegno di inclusione, valido dal 1° gennaio 2024 (quando non esisterà più il Reddito), potrà essere chiesto solo dalle famiglie nelle quali ci sono componenti disabili, minori o over 60 e potrà arrivare a 500 euro al mese, moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (2,3 nel caso di disabili gravi).

La scala comunque, cambia, e vale uno per il primo componente e poi solo 0,5 per ogni altri con disabilità, 0,4 per chi è over 60 o ha carichi di cura, 0,15 per i bambini fino a due anni e 0,10 per gli altri minori.

L’offerta di lavoro al beneficiaro dell’Assegno di inclusione sarà considerata congrua se il luogo non dista più di 80 in caso di contratto a tempo determinato di durata inferiore a dodici mesi e senza limiti di distanza, nell’ambito del territorio nazionale, se si riferisce ad un contratto a tempo pieno e indeterminato o a tempo determinato di durata superiore a dodici mesi.

Nella bozza ci sarebbero anche paletti più stringenti per il criterio di permanenza in Italia. La continuità della residenza si potrebbe intendere interrotta nella ipotesi di assenza dal territorio italiano per un periodo pari o superiore a due mesi continuativi, o per quattro mesi anche non continuativi nell’arco di diciotto mesi.

Non interrompono la continuità del periodo, anche se superiori a due mesi continuativi o a quattro mesi complessivi nell’arco di diciotto mesi, le assenze per gravi e documentati motivi di salute.

Quanto varrà lo Strumento di attivazione per gli occupabili

Per i cosiddetti occupabili, invece, arriva lo “Strumento di attivazione” (Sda). Vale per le persone tra i 18 e i 59 anni non disabili e non impegnati in attività di cura in situazione di povertà a partire dal prossimo 1° settembre 2023, quando verrà sospeso per queste oltre 800mila persone l’attuale Reddito di cittadinanza.

Non tutta la platea, però, verrà coinvolta. La singola persona deve avare un valore dell’Isee non superiore a 6.000 euro annui, contro gli attuali 9.360 euro di Isee per accedere al Reddito.

A differenza del primo strumento, che sarà in qualche modo permanente, questo potrà essere chiesto per massimo dodici mesi. Il beneficio è considerato come un’indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa.

Varrà 350 euro e sarà erogato solo nel caso di partecipazione ad attività formative o a progetti utili alla collettività, per tutta la loro durata e comunque per periodo massimo di dodici mensilità.

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