Taglio delle tasse, revisione del catasto, cashback: a cosa diciamo addio ora che la riforma del fisco non è stata approvata dal Senato.
Riforma dell’Irpef, eliminazione dell’Irap, revisione del catasto: queste sono solo alcuni dei punti della legge delega sulla riforma fiscale.
Dopo quasi due anni di lavoro, dibattiti tra i partiti e nonostante le richieste del presidente del Consiglio dei Draghi, alla fine il disegno di legge non è stato approvato. Il premier ha sperato fino all’ultimo in un accordo tra i partiti, ma anche e soprattutto per la ferma opposizione della Lega, l’approvazione del Senato non è arrivata.
Salta, in questo modo, anche uno dei punti del Pnrr, anche se non vincolante.
Addio alla riforma fiscale, tutte le misure che saltano: taglio Irpef, revisione catasto, eliminazione Irap e cashback
Una prima bozza della legge delega sulla riforma fiscale è stata approvata a ottobre 2021. Trattandosi di una legge delega, il Parlamento avrebbe dovuto votare il provvedimento, così da dare la delega al governo per approvare i decreti legislativi con cui rendere operative le misure.
Il disegno di legge prevedeva 10 articoli per la revisione del sistema tributario, dalle aliquote Irpef al catasto, passando per la Riscossione. La prima scadenza prevista era a 18 mesi: un anno e mezzo dall’entrata in vigore della legge delega per iniziare a impostare la riforma con i primi decreti attuativi. Per il lavoro sul catasto invece era prevista una tempistica di 5 anni. Una volta entrata in vigore la legge delega, quindi, il Governo avrebbe avuto 18 mesi per emanare i vari decreti attuativi.
Sono tante le misure che saltano: il taglio dell’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’eliminazione graduale dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive), nuove misure di contrasto all’evasione fiscale, come l’introduzione del cashback fiscale (con le detrazioni incassate subito via app), la revisione delle rendite catastali adeguandole alle rendite di mercato.
Perché la legge delega sulla riforma fiscale non è stata approvata dal Senato?
Proprio l’articolo che prevedeva la riforma del catasto in un’ottica di maggiore equità e trasparenza è stato osteggiato dalla Lega. Proprio il partito guidato da Matteo Salvini aveva chiesto di approvare la riforma legando la legge delega all’ergastolo ostativo e all’equo compenso. Il provvedimento sull’equo compenso c’è, mentre ancora non c’è il testo sull’ergastolo ostativo. La proposta della Lega era quella di approvare tutte e tre i provvedimenti o «non se ne fa niente».
Visto che manca il testo di uno dei provvedimenti, diventa particolarmente difficile riuscire ad approvare il «trittico» di leggi. Durante la conferenza stampa del 16 settembre, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto:
“Per quanto riguarda la delega fiscale, c’era un accordo con tutte le forze politiche all’inizio di agosto secondo cui la delega fiscale sarebbe stata votata il 7 settembre. In questo accordo, il governo si è impegnato a non tirare fuori, a non scrivere i decreti delegati fino alla data delle elezioni. Il governo ha mantenuto la sua parola e non l’ha fatto. Di tutte le forze politiche, una non ha mantenuto la sua parola e non l’ha votata ora.”
Si tratta di decreti importanti, che avrebbero deciso, per esempio, il taglio delle tasse, come applicarlo e a chi, o come riformare il catasto senza aumentare le imposte sulla casa. Senza mai nominarla, Draghi ha accusato in modo implicito la Lega di aver affossato la legge delega al Senato.
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