L’E-6B Mercury, ossia l’aereo «dell’apocalisse», è atterrato in Norvegia. Una prova di forza degli Usa dopo le navi russe a Cuba. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il Volo dell’apocalisse è atterrato in Norvegia. L’aereo Boeing targato Stati Uniti è atterrato per la prima volta in Europa e porta con sé un messaggio alla Russia.
Dopo che alcune navi russe sono approdate a Cuba, è la volta degli Stati Uniti ad avvicinarsi alla Russia e lo fanno con un E-6B Mercury della Marina, atterrato all’aeroporto di Rygge fuori Moss giovedì della scorsa settimana.
L’aereo si basa sul più noto modello 707 del produttore di aerei Boeing, ma ha un ruolo specifico nella difesa americana che gli è valso il soprannome di aereo dell’apocalisse. Scopriamo il perché e cosa vuol dire la presenza di questo velivolo in Europa per la Russia. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
Il Volo dell’apocalisse, cos’è il nuovo boeing americano e perché si chiama così
Il Mercury E-6B è un Boeing 707-320 modificato. L’E-6B, atterrato in Norvegia, è una versione aggiornata dell’E-6A con una nuova cabina di pilotaggio che integra e aumenta la consapevolezza del pilota. Il nuovo Boeing può raggiungere una velocità di 960 km/h e ha un’autonomia di oltre 15 ore di volo senza rifornimenti e di 72 ore, ben tre giorni, con rifornimento in volo.
Il Mercury E-6B è centrale nella routine “Looking Glass” dei militari, dove funziona come posto di comando, centro di comunicazioni, trasmettendo informazioni dalla National Command Authority. L’aereo di marca statunitense è dotato di un’antenna retrattile lunga ben otto chilometri, in modo che sia in grado di comunicare con i sottomarini nelle profondità marine, così da funzionare da centro di controllo per le armi nucleari avendo un ruolo fondamentale nella trasmissione ai sottomarini lanciamissili balistici, nel caso in cui le funzioni a terra venissero interrotte in un possibile attacco.
Sottomarini appartenenti alla cosiddetta classe Ohio, che è il tipo di sottomarino utilizzato dagli Stati Uniti per ospitare i missili nucleari. È il terzo tipo di sottomarino più grande mai costruito, superato solo dalla classe russa Typhoon e Borei.
Queste sue particolari potenzialità e il suo utilizzo in caso di pericolo nucleare gli hanno permesso l’attribuzione del nome “aereo dell’apocalisse”. Secondo il sito americano della difesa The War Zone, è la prima volta che un simile “aereo apocalittico” atterra in Europa.
Come dichiarato dalle forze armate norvegesi, il boeing americano è atterrato in questi giorni a Rygge, per via della “buona cooperazione” che la Norvegia ha con la Nato e con gli Stati Uniti. Si dice che lo scopo del viaggio dell’aereo nel freddo Nord Europa fosse quello di prendere parte a un’esercitazione al largo delle coste norvegesi nel fine settimana, di cui anche la Marina americana ha rilasciato immagini.
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Perché l’aereo dell’apocalisse si trova in Norvegia?
Come anticipato, se la presenza del Boeing americano in Norvegia è giustificata da un’esercitazione, in realtà i significati dietro questa missione pacifica potrebbero essere altri.
Lo scopo reale, infatti, potrebbe essere una risposta forte e chiara alla prova di forza in cui si è cimentata la Russia poche settimane fa, quando ha preso parte ad un’esercitazione militare fuori Cuba con quattro navi da guerra, incluso un sottomarino a propulsione nucleare.
E se le stesse forze armate statunitensi hanno definito l’esercitazione russa a Cuba una dimostrazione di forza alla luce della guerra in Ucraina, anche questa missione in Norvegia potrebbe essere un’occasione per “mostrare i muscoli” (nucleari) alla Russia, in modo da portare avanti quell’antica strategia della deterrenza nucleare che da sempre vede Russia e Stati Uniti su fronti opposti.
L’atterraggio dell’E-6B Mercury in Norvegia è un evento significativo che evidenzia le tensioni geopolitiche nell’attuale contesto internazionale. Sebbene lo scopo preciso delle esercitazioni rimanga incerto, il significato simbolico è chiaro: sia gli Stati Uniti che la Russia sono determinate a difendere i propri interessi e a deterrere l’aggressione.
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