L’India potenzia la sua aeronautica con 12 nuovi Su-30 per 1,5 miliardi. Parte di una strategia più ampia che include aggiornamenti, nuovi motori e un arsenale ampio e diversificato.
L’India, il paese più popoloso del mondo, ha rafforzato ulteriormente la propria aeronautica militare con l’acquisizione di 12 nuovi caccia Suhoi Su-30MKI (o Suhoi Su-30).
I 12 aerei militari saranno prodotti dalla Hindustan Aeronautics Limited (HAL), azienda statale indiana, per un valore di 135 miliardi di rupie (equivalenti a circa 1,5 miliardi di dollari).
La decisione mira a potenziare la capacità operativa della flotta, che attualmente conta 259 unità in servizio, colmando le lacune causate dalle perdite. Il Suhoi Su-30 è una versione avanzata dell’aereo da combattimento russo, adattata alle esigenze specifiche dell’India, il 4° esercito più forte al mondo secondo la classifica mondiale redatta da Global Firepower. Meglio dell’India, solo Stati Uniti, Russia e Cina.
Il governo indiano ha inoltre approvato un vasto programma di ammodernamento per i Su-30 già esistenti, segno di un investimento strategico volto a mantenere la supremazia aerea nel panorama geopolitico dell’Asia meridionale. Ecco cosa prevede il contratto e qual è l’arsenale militare a disposizione del Paese.
India, un contratto miliardario per i Suhoi Su-30
Il contratto da 1,5 miliardi di dollari prevede che la HAL produca i 12 Su-30MKI presso la sua divisione di Nashik, con una percentuale di contenuto indigeno superiore al 62%. Questo riflette la strategia del governo indiano di rafforzare l’autosufficienza nel settore della difesa, promuovendo la produzione locale di armamenti avanzati.
Il Su-30MKI è un velivolo multiruolo bimotore con un peso massimo al decollo di 38,8 tonnellate e un carico utile superiore a 8 tonnellate, includendo missili aria-aria, aria-superficie e antinave. Questi caccia rappresentano una componente chiave delle capacità aeree dell’India, in grado di rispondere a una vasta gamma di scenari militari.
Gli aggiornamenti approvati dal governo indiano per gli 84 velivoli esistenti prevedono il rinnovo dell’avionica, dei radar e dei sistemi di controllo del volo. Questi interventi sono parte di un progetto da 7 miliardi di dollari e saranno realizzati dalla HAL nei prossimi 15 anni, garantendo la competitività del Su-30MKI nelle missioni future.
Inoltre, il governo ha firmato un contratto separato da 3,1 miliardi di dollari per la produzione di 240 motori AL-31FP, necessari per assicurare la piena operatività degli aerei nel lungo termine. Con questi sforzi, l’India dimostra un chiaro impegno nel modernizzare le proprie forze armate e mantenere una posizione di leadership regionale.
L’arsenale dell’India: quanto è forte l’aeronautica?
Oltre ai Su-30MKI, l’India vanta un vasto e diversificato arsenale di velivoli da combattimento. L’aeronautica militare opera con una varietà di modelli che riflettono decenni di investimenti in tecnologie sia occidentali che orientali. Tra i principali velivoli figurano:
- SEPECAT Jaguar: 130 unità, specializzate in attacchi a terra.
- MiG-29: 65 caccia progettati per la superiorità aerea.
- Dassault Mirage 2000: 44 unità utilizzate per missioni multiruolo.
- MiG-21: 36 velivoli di epoca sovietica ancora operativi.
- Dassault Rafale: 36 aerei di ultima generazione, recentemente acquistati dalla Francia.
- HAL Tejas: 31 caccia leggeri di produzione nazionale.
Anche la Marina indiana contribuisce alla capacità di difesa aerea con 29 MiG-29K, ottimizzati per operazioni imbarcate. Con il rafforzamento delle sue capacità aeree, l’India non solo tutela la propria sovranità, ma si posiziona anche come un attore cruciale nella sicurezza regionale e globale. Questo impegno è particolarmente significativo in un momento in cui la competizione per il dominio tecnologico e militare continua a intensificarsi.
L’acquisizione dei Su-30MKI si inserisce in una strategia più ampia che include sia l’ammodernamento tecnologico che il potenziamento numerico. L’integrazione di tecnologie avanzate nei sistemi di volo e di combattimento consente all’India di rimanere al passo con le principali potenze mondiali e di conservare il suo primato, rientrando tra i 4 eserciti più forti al mondo.
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