Affitto non pagato, come evitare lo sfratto grazie al Trattato Onu

Alessandro Nuzzo

27 Dicembre 2022 - 17:49

C’è uno strumento legale che sfrutta un patto firmato tra l’Italia e l’Onu che permetterebbe di bloccare lo sfratto. Vediamo come funziona.

Affitto non pagato, come evitare lo sfratto grazie al Trattato Onu

La questione abitativa nel nostro paese ha diverse problematiche che si trascina dietro da anni senza arrivare mai ad una soluzione. Il settore immobiliare a partire dalla fine degli anni 90 con la liberalizzazione del mercato delle locazioni ha subito un vero shock. I prezzi dei fitti sono aumentati vertiginosamente e di conseguenza sono aumentati anche gli sfratti a causa dell’aumento di inquilini morosi. Paragonando i dati dagli anni 80 ad oggi si evince come le richieste di sfratto negli ultimi 40 anni sono cresciute del 111% di cui il 136% per morosità e gli sfratti eseguiti aumentati del 50%.

Questa problematica è arrivata sino all’Onu che proprio ad inizio dicembre ha chiesto all’Italia di aumentare i sussidi per l’alloggio e di garantire un accesso sostenibile alle strutture di base necessarie per un alloggio adeguato. Richiesta rispedita al mittente visto che l’attuale esecutivo ha azzerato nella legge di bilancio i fondi per i contributi affitto e le morosità incolpevoli aumentando così il rischio di nuovi sfratti.

Ma esiste uno stratagemma provato già nel nostro paese con successo che permetterebbe di vedersi bloccare lo sfratto. Un trucco che si basa su un accordo intrapreso anni fa tra l’Onu e il nostro paese. Vediamo come funziona e come applicarlo.

Bloccare lo sfratto con le petizioni all’Onu: come funziona

L’Assemblea di autodifesa dagli sfratti a partire dal 2021 ha iniziato ad utilizzare uno strumento legale che non era mai stato usato in Italia e che si basa sulle petizioni individuali all’Alto Commissariato per i Diritti Umani.

Lo fa basandosi su un patto internazionale firmato nel 1978 tra l’Italia e l’Organizzazione delle Nazioni Unite: il patto internazionale per i diritti economici, sociali e culturali con il quale si stipula che ogni persona ha diritto ad un alloggio dignitoso. Il nostro paese ha anche firmato nel 2015 un protocollo che stabilisce che la Commissione che vigila su questo patto può richiedere agli Stati firmatari, attraverso un tribunale, la sospensione dei procedimenti che possono violare questo diritto.

Ed ecco che qui arriva il cavillo che permette agli inquilini di bloccare lo sfratto tramite la compilazione di petizioni da inviare all’Onu. L’assemblea di autodifesa di Roma ha iniziato ad usarle a partire dallo scorso anno per almeno una decina di casi e tutte le volte l’Onu ha accolto la richiesta bloccando lo sfratto. La stessa assemblea ha stilato anche un manuale di autodifesa dagli sfratti con cui vengono spiegati tutti i passaggi da compiere per inviare la petizione in completa autonomia.

La procedura che permetterebbe il blocco degli sfratti

Partiamo da una premessa: l’Onu può sospendere momentaneamente lo sfratto se oltre al disagio dello sfratto stesso questo può causare anche danni irreparabili come ad esempio se tra le persone sotto sfratto ci sono minori, anziani o persone con disabilità.

Può inoltre intervenire solo se in Italia sono state esaurite tutte le procedure legali o spiegando il perché dell’impossibilità di fare tutti i passaggi previsti dalle legge. La petizione da inviare all’Onu è gratuita e può essere compilata in totale autonomia, l’unico problema rappresenta la lingua visto che sono compilabili solo in inglese, francese, spagnolo e russo.

Alla petizione vanno allegati tutti i documenti inerenti la procedura di sfratto come sentenze, denunce e ricorsi. Una volta inviata la petizione si deve attendere la decisione dell’Onu. Se positiva l’ordine di sospensione dello sfratto deve raggiungere il tribunale che lo ha ordinato.

L’Onu comunica alla rappresentanza italiana a Ginevra, che lo trasmette al Comitato Interministeriale dei Diritti Umani. A quel punto un avvocato deve porsi in opposizione all’esecuzione della sentenza allegando la lettera Onu. Il tribunale dovrebbe sospendere lo sfratto fissando la data per un’udienza, in attesa che le autorità locali non forniscano un alloggio alternativo dignitoso.

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