Amazon ha annunciato il più grande taglio di personale della storia dell’azienda. Ecco perché licenzierà 18 mila dipendenti.
Amazon aumenta il numero degli imminenti licenziamenti. Lo scorso novembre il gigante dell’e-commerce aveva già annunciato tagli al personale nell’ordine dei 10 mila, come ricorda il Corriere della Sera, ma ha recentemente corretto il numero dei dipendenti licenziati, sottolineando la necessità di aumentarne la quota.
Per la prima volta Amazon taglierà il personale di circa 18 mila unità, una piccola frazione di tutti i suoi lavoratori, ma comunque un taglio importante che segna prima di tutto l’immagine della compagnia. A lanciare un messaggio in merito è stato l’amministratore delegato Andy Jassay in una nota ai dipendenti nella quale spiega come Amazon abbia resistito all’incertezze dell’ultimi anni, non senza difficoltà e che questi cambiamenti servono a mantenere la struttura dell’azienda nella maniera più solida possibile.
Amazon non è la prima e non sarà neanche l’ultima delle grandi aziende a licenziare. I cinque giganti della tecnologia, tra cui Amazon, Meta e Apple, hanno perso tre mila miliardi di dollari di valore di mercato nel 2022. Il muro alla crescita delle aziende è ricaduto sui dipendenti, che ora pagano il conto della contrazione dei profitti.
Amazon taglia più dipendenti di quanti ne aveva annunciati
I colossi della tecnologia non se la stanno passando bene e le conseguenze del freno della loro crescita pesa sui dipendenti. Amazon ha annunciato che taglierà più posti di lavoro di quanti previsti a novembre scorso. Non è l’unica azienda a prendere questa decisione, ma sicuramente il taglio di 18 mila dipendenti segna il più grande numero di licenziamenti della storia dell’azienda
A novembre erano stati annunciati 10 mila licenziamenti, ma il 4 gennaio 2023 Amazon ha rettificato il numero, peggiorando di molto le stime. Infatti sono stati dichiarati circa 18 mila licenziamenti. I tagli saranno principalmente per i negozi fisici come Amazon Fresh e Amazon Go e le sue organizzazioni PXT, che gestiscono le risorse umane.
Perché Amazon e le altre big tecnologiche stanno licenziando?
La pandemia ha fatto crescere i guadagni delle aziende come Amazon, tanto da permettere un aumento dei dipendenti che oggi però non sono più sostenibili. Tra il 2020 e il 2022 le principali aziende della Sillicon Valley hanno continuato a crescere, tanto è stata la loro crescita quanto più alti sono il numero dei posti tagliati. Stando ai dati di Layoffs.fyi sono 150.000 i posti di lavoro tagliati nel 2022 dalle aziende tecnologiche di tutto il mondo.
Amazon non si discosta dal trend e l’annuncio dei 18 mila licenziamenti lo conferma. L’amministratore delegato Andy Jassy ha commentato la decisione in una nota ai dipendenti nel quale scrive:
Amazon ha resistito a economie incerte e difficili in passato e continueremo a farlo. Questi cambiamenti ci aiuteranno a perseguire le nostre opportunità a lungo termine con una struttura di costi più forte.
I tagli di oggi, sottolinea Amazon, servono a mantenere attiva l’azienda che ha visto crollare nel 2022 le azioni del 49% rispetto al 2021. I licenziamenti sono quindi necessari per proseguire i lavori, dice l’amministratore delegato, ma il costo della crescita dei due anni di pandemia pesa sui dipendenti, senza una soluzione alternativa. La decisione è comune a tutte le big della tecnologia della Silicon Valley sulle quali pesa l’aumento dei dipendenti assunti durante la pandemia e il conseguente crollo in borsa. C’è già chi si immagina un 2023 di cambiamenti per le aziende tecnologiche.
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