Licenziamenti Amazon, cosa sappiamo

Ilena D’Errico

15 Novembre 2022 - 00:09

Cosa sappiamo per ora sui licenziamenti Amazon? Grazie ad alcune indiscrezioni riportate dal New York Times dobbiamo aspettarci un drastico taglio dei dipendenti.

Licenziamenti Amazon, cosa sappiamo

Il New York Times ha preannunciato licenziamenti Amazon per un totale di 10.000 dipendenti che potrebbero essere ufficializzati già nel corso di questa settimana. Le informazioni in possesso del giornale provengono da fonti anonime, non autorizzate alla diffusione pubblica dei contenuti all’interno del dossier aziendale.

Ciò che emerge dalle dichiarazioni, comunque, lascia presagire un drastico taglio dei dipendenti, in particolare per quanto riguarda i contesti aziendali e tecnologici. Se quanto riportato dovesse essere confermato dalle azioni di Amazon, questo rappresenterebbe il maggiore taglio di posti di lavoro di tutti i tempi, con una riduzione complessiva del 3% dei dipendenti.

Il licenziamento massivo comporterebbe una perdita totale dell’1% della forza lavoro dell’azienda. Una decisione insolita, visto l’imminenza del periodo natalizio ma non contro corrente, in quanto molte altre realtà operanti nel settore tecnologico hanno dovuto procedere in maniera analoga.

Amazon, 10.000 licenziamenti: cosa sta succedendo

Amazon, nonostante i brillanti successi degli ultimi anni, non appare immune all’attuale situazione finanziaria, quantomeno precaria e instabile. L’aumentare del tasso d’inflazione ha portato infatti i consumatori a ridurre drasticamente gli acquisti, con conseguenze inevitabili anche su un gigante dell’economia come Amazon.

In seguito a un periodo particolarmente florido e fruttuoso, che ha toccato l’apice durante il frangente della pandemia, l’azienda ha visto rallentare la sua crescita fino a raggiungere il tasso più basso dell’ultimo biennio. Nonostante un leggero miglioramento di tendenza, le prospettive per il futuro non sono delle più rosee.

Amazon, infatti, ha avvertito i suoi investitori che il tasso di crescita potrebbe scendere ulteriormente e toccare il minimo storico dal 2001. Questa situazione, comunque è dovuta al concatenarsi di numerosi fattori che complessivamente hanno portato a questo drastico calo.

In primo luogo è indispensabile considerare che l’incremento osservato durante la pandemia rappresenta un elemento tanto imprevedibile quanto incostante. Gli acquisti online sono sì aumentati considerevolmente, ma sono tornati a diminuire vertiginosamente quando la situazione sanitaria è migliorata. Si tratta quindi di un insieme di condizioni favorevoli quasi in modo eccessivo e soprattutto difficilmente replicabili.

In secondo luogo, oltre al pesante confronto con il periodo pandemico, si sommano i costi elevati a cui ha dovuto far fronte l’azienda per gli investimenti, con l’obiettivo di una rapida e corposa espansione. Questa decisione si presentava come perfettamente giustificata dato il raddoppio della forza lavoro, ma adesso comincia a presentare alcune conseguenze indesiderate.

Gli effetti del licenziamento, che dovrebbe riguardare circa 10.000 dipendenti, si concretizzeranno principalmente in tagli nei seguenti settori:

  • L’organizzazione dei dispositivi Amazon tra cui l’assistente vocale Alexa.
  • La divisione di vendita al dettaglio.
  • Le risorse umane.

La crisi del settore tecnologico

La pressione della crisi economica ha quindi presentato i suoi effetti disastrosi anche sull’azienda di Jeff Bezos, nonostante negli anni precedenti avesse continuato un percorso di crescita senza pari. Fino all’inizio di quest’anno, infatti, non era stato previsto un risvolto del genere e anzi, Amazon aveva lamentato proprio l’insufficienza di personale per soddisfare l’ampia domanda.

A tal proposito, l’azienda aveva anche aumentato notevolmente il tetto massimo di pagamento in contanti per i suoi dipendenti, proprio al fine di realizzare una realtà lavorativa competitiva e incoraggiante. Nonostante questo i licenziamenti, che interesseranno per lo più i lavoratori a ore, sono del tutto coerenti con il comportamento delle altre aziende tecnologiche.

Elon Musk, ad esempio, non appena acquisita Twitter ha provveduto a dimezzare il numero di dipendenti. Parallelamente, anche Meta ha annunciato il licenziamento del 13% della sua forza lavoro totale, pari a circa 11.000 dipendenti. Anche Snap, Lyft e Stripe hanno dovuto agire in maniera simile, comprensibilmente provate, soprattutto dal cambiamento repentino dei modelli commerciali.

Per il momento, tuttavia, le dichiarazioni riportate sul New York Times non sono state confermate e Brad Glasser, portavoce di Amazon, non ha rilasciato finora alcun commento.

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