I titoli del settore bancario italiano sono in evidenza a Piazza Affari, dopo la brillante trimestrale di JP Morgan di venerdì scorso. La struttura tecnica di UBI Banca, in particolare, favorisce l’implementazione di operazioni long su breakout. Ecco i livelli da monitorare secondo l’analisi tecnica
Le azioni di UBI Banca sono in evidenza a Piazza Affari insieme agli altri titoli del settore. Complice del rialzo la trimestrale di JP Morgan che venerdì scorso ha rivisto positivamente tutte le attese del mercato.
A risentirne positivamente anche il comparto bancario, in particolar modo Unicredit e appunto UBI Banca (clicca qui per approfondire).
UBI Banca, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
A livello grafico i corsi dell’istituto di credito italiano venerdì scorso hanno violato per la prima volta la resistenza statica a 2,6510 euro lasciata in eredità dai massimi segnati il 3 gennaio scorso.
Il primo segnale di miglioramento della struttura tecnica è avvenuto con l’intersezione al rialzo della media mobile a 50 giorni effettuata con la prima seduta del mese.
Il successivo segnale di cambio di polarizzazione a favore dei compratori è avvenuto con la rottura della trendline discendente che conta i massimi decrescenti segnati da inizio marzo. Al momento le quotazioni rimangono all’interno del range della candela di venerdì scorso, disegnando un pattern inside.
La rottura dei massimi di venerdì a 2,7290 euro oltre a confermare la rottura del livello statico avvenuta in chiusura della scorsa ottava, potrebbe dare il via ad operazioni di matrice rialzista in linea con il trend ascendente in atto dalla prima decade di febbraio.
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Elaborazione Ufficio studi di Money.it
Vista la struttura tecnica di UBI Banca si potrebbero privilegiare strategie di matrice rialzista.
In particolare la rottura dei massimi di venerdì scorso darebbero il via ad operazioni long con stop loss collocabile poco al di sotto del minimo segnato nella precedente seduta a 2,5420 euro.
Un primo obiettivo di profitto potrebbe essere collocato in prossimità della resistenza statica a 2,9190 euro, lasciata in eredità dal massimo segnato il 3 dicembre 2018.
Un target finale potrebbe essere identificato a contatto con la trendline discendente di lungo periodo che conta i massimi segnati il 15 maggio e il 26 settembre 2018, ora transitante a 3,0882 euro.
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