Anche per il FMI l’economia tedesca è nel caos. I motivi

James Hydzik

29/03/2024

Nell’ultimo Country Focus del FMI, il Fondo allerta la Germania: sono tante le sfide economiche e strutturali da affrontare per uscire dal caos in cui il Paese si trova attualmente.

Anche per il FMI l’economia tedesca è nel caos. I motivi

Il 27 marzo il Fondo monetario internazionale ha pubblicato il suo ultimo report sull’economia della Germania.

Il FMI inizia la sua valutazione osservando che quella tedesca è stata l’unica grande economia europea a non crescere nel 2023. La sua ultima aspettativa è che la crescita sarà debole anche quest’anno.

Parte di questa debolezza può essere spiegata dal fatto che le industrie tedesche stanno facendo a meno dal gas russo a buon mercato, ma gli analisti del FMI sostengono che il problema centrale da risolvere è altrove e che le grida secondo cui l’economia tedesca è ormai irrevocabilmente distrutta non sono corrette. I prezzi all’ingrosso del gas sono intanto ai livelli del 2018. Il problema, quindi, non è il gas.

L’industria tedesca è in fase di cambiamento, con alcuni settori come quello automobilistico che stanno ottenendo buoni risultati passando ai veicoli elettrici; l’industria automobilistica è cresciuta dell’11% nel 2023. Le industrie con risultati mediocri, come quella chimica, dei metalli e della carta, rappresentano il 4% dell’economia. La bilancia commerciale ha raggiunto il 4,3% del PIL, un valore superiore alla media ventennale. Allora, dov’è il problema?

Problemi temporanei e strutturali

L’inflazione post-COVID e le misure adottate per contrastarla stanno ancora mostrando qualche impatto sull’economia, ma secondo il gruppo del Fondo monetario internazionale tali effetti stanno scomparendo e non dureranno più di un anno circa.

Tuttavia, i problemi più grandi e fondamentali riscontrati sono la lenta crescita della produttività e l’invecchiamento della popolazione. Il primo, scrivono, ha bisogno di riforme per incidere sul cambiamento, mentre il secondo non farà altro che “accelerare bruscamente”.

Le previsioni per l’offerta di lavoro tedesca sono fosche, a meno che un’altra guerra non spinga più uomini stranieri nella forza lavoro tedesca. Gli autori notano che:

“La popolazione in età lavorativa della Germania è stata sostenuta negli ultimi dieci anni dai migranti in fuga dai conflitti regionali”. Una maggiore immigrazione, sottolineano, potrebbe essere una “forza potente” per arginare i problemi del bacino di lavoratori che invecchiano. “Tuttavia, le prospettive sono incerte”, scrivono.

In combinazione con la mancanza di nuovi afflussi di immigrati in fuga dalle guerre, si prevede che l’invecchiamento dei lavoratori colpirà la Germania più duramente rispetto agli altri Paesi del G7.

Inoltre, si stima che la popolazione più anziana aumenterà la domanda di servizi sanitari, esacerbando così la carenza di manodopera nelle industrie che competono con l’assistenza sanitaria per il personale. Queste carenze potrebbero incidere anche sugli investimenti.

Contro la crisi in Germania servono soluzioni strutturali

La Germania potrebbe anche aumentare la propria offerta di occupazione rendendo più facile per le donne estendere il proprio orario di lavoro. Ci sono 2,3 milioni di donne in meno rispetto agli uomini occupati, e le donne hanno cinque volte più probabilità di lavorare part-time. L’ampliamento dell’accesso a servizi di assistenza all’infanzia affidabili e la riduzione delle tasse per i redditi secondari nelle coppie sposate potrebbero aiutare a colmare queste lacune.

Il team del Fondo monetario internazionale raccomanda di rendere più facile per le donne entrare a far parte della forza lavoro. Migliorare l’accesso all’assistenza all’infanzia e abbassare le tasse per i lavoratori sposati porterebbe più donne nella forza lavoro.

Un’altra soluzione è aumentare la produttività, che è stata frenata da investimenti inadeguati nelle infrastrutture pubbliche. Gli investimenti pubblici sono diminuiti negli anni ’90 e, da allora, sono stati appena sufficienti a compensare il deprezzamento.

Ciò colloca la Germania all’ultimo posto tra le economie avanzate in termini di investimenti pubblici. Il denaro stanziato per gli investimenti viene regolarmente sottoutilizzato, spesso a causa della carenza di personale nei comuni.

Gli investimenti pubblici sono in fondo alla classifica OCSE e sono alla pari con quelli di Italia e Spagna. Ci vogliono 120 giorni, ovvero il doppio della media dei Paesi OCSE, per ottenere una licenza commerciale. Anche la digitalizzazione è in ritardo. La rimozione di questi ostacoli allo svolgimento delle attività promette di sbloccare la produttività e, combinata con l’apertura più ampia delle porte all’ingresso della forza lavoro, può far uscire l’economia tedesca dalla stasi attuale.

Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2024-03-28 21:18:50. Titolo originale: IMF points to lack of order in German economy

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