L’ansia post lockdown ha colpito gli italiani, che ora temono il ritorno alla normalità. Un sondaggio ha fatto il punto sullo stato d’animo del Paese in vista della ripresa.
Gli italiani temono il ritorno alla normalità e il contatto umano dopo il lockdown.
Se gli effetti del coronavirus sono stati devastanti per il numero di vittime e per l’impatto economico, non sono da considerarsi secondari anche quelli relativi al quadro psicologico.
Il lockdown forzato, il distanziamento sociale e i timori sul futuro, infatti, possono causare gravi ripercussioni sulla salute mentale, da non sottovalutare anche quando l’emergenza sarà finita.
Intanto, mentre si attende una lenta e graduale ripresa, è intervenuto sul tema Eurodap (Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico) che ha condotto un sondaggio per conto di Adnkronos Salute su un campione di 734 uomini e donne.
Obiettivo della ricerca è fare il punto sullo stato d’animo generale degli italiani, per scoprire se sono pronti a riacquistare la propria libertà.
Perché gli italiani temono il ritorno alla normalità?
Crescono ansia e frustrazione tra gli italiani in vista di un ritorno alla normalità. Sebbene i primi segnali di una maggiore libertà siano ancora relativi, in molti potranno tornare a lavorare e lentamente riprenderanno anche le attività considerate secondarie.
Se da un lato tutti auspicano a una celere ripresa economica, dall’altro si è insinuato un senso generale di paura del cambiamento e anche il timore che si possa assistere a episodi d’isteria collettiva.
Prevale il pessimismo nel 73% degli intervistati, conviniti che il ritorno alla quotidianità sarà molto difficile. Gli ottimisti che invece confidano in una ripresa serena sono solo il 7%. Il 20% restante si dichiara fiducioso senza comunque nascondere timori generali.
Ma quali sono le maggiori cause di ansia da post-lockdown per gli italiani? A quanto pare il primo motivo di preoccupazione è il contatto interpersonale. L’81% del campione ha dichiarato di temere la vicinanza con le altre persone sia sul lavoro, sia nelle attività sociali. Tuttavia, di questi, il 76% ha detto che proverà a tornare alle normali abitudini, ma prendendo le dovute precauzioni e con un atteggiamento più diffidente.
Le previsioni sul futuro dopo il coronavirus sono incerte, ma in generale quasi tutti credono che nulla sarà come prima dopo la pandemia. Lo dimostrano le risposte dell’87% dei partecipanti al sondaggio, i quali si aspettano di assistere a uno stravolgimento totale delle abitudini.
La ripresa non sarà facile
Secondo Eleonora Iacobelli, psicoterapeuta e presidente Eurodap, il quadro psicologico generale degli italiani che temono il ritorno alla normalità è preoccupante.
Con il lockdown si è registrato un aumento degli episodi di ansia, frustrazione, difficoltà di adattamento e un picco delle preoccupazioni generali sul piano socio-economico, sanitario e in generale scatenate dall’incertezza sul futuro. Per alcune categorie, come gli operatori sanitari o le persone che hanno subito un lutto, si parla in molti casi proprio di disturbo post-traumatico da stress.
Iacobelli spiega che il cervello umano impiega circa 21 giorni a modificare un’abitudine. Per questo, all’inizio del lockdown si è assistito a uno stato d’animo di oppressione generale. Dopo più di due mesi di quarantena e distanziamento sociale, un nuovo cambiamento, anche se in positivo, potrebbe allo stesso modo generare gravi effetti psicologici.
In questo clima d’incertezza e preoccupazione bisogna aspettarsi un nuovo picco di stress generale, soprattutto da parte di chi ha metabolizzato bene i nuovi ritmi casalinghi e teme di riprendere gli impegni a pieno regime. Per questo, Eurodap invita tutti coloro che accusano questi sintomi a chiedere aiuto e ha messo a disposizione sul proprio sito una sezione dedicata al soccorso psicologico.
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