Assegni familiari, c’è un tesoretto che si può ancora richiedere. Ecco come fare domanda per gli arretrati non goduti e per quali periodi.
Come noto, ormai da marzo 2022 non è più possibile beneficiare degli assegni al nucleo familiare, conosciuti anche come assegni familiari, in quanto sono stati sostituiti dall’assegno unico universale.
Gli assegni al nucleo familiare spettavano ai lavoratori dipendenti ed erano anticipati - su richiesta del beneficiario della prestazione - direttamente in busta paga dal datore di lavoro. Tuttavia - così come tra l’altro successo per l’assegno unico, per il quale solo una parte dei potenziali beneficiari ne ha fatto domanda all’Inps - non tutti gli aventi diritto hanno fatto richiesta per gli assegni al nucleo familiare. Chi per ignoranza, chi per pigrizia, fatto sta che ci sono casi in cui il diritto agli assegni familiari è rimasto inespresso.
Tuttavia, a differenza dell’assegno unico per il quale una volta scaduto il termine del 30 giugno non è più possibile pretendere gli arretrati, c’è ancora tempo per fare domanda di assegni familiari non goduti. E, in base all’importo spettante come pure agli anni in cui non se ne è beneficiato, si potrebbe avere diritto a un vero e proprio maxi bonus.
Va detto, però, che così come tanti altri diritti inespressi c’è un termine oltre il quale non si può andare: nel caso degli arretrati degli assegni familiari è pari a 5 anni, termine oltre cui scatta la prescrizione.
Oggi, quindi, si possono richiedere gli arretrati riferiti agli ultimi 5 anni; vediamo come fare in questa guida dedicata.
Per quali anni si possono richiedere gli arretrati
Il periodo di percezione degli assegni familiari era differente da quello dell’attuale assegno unico (che va da marzo a febbraio dell’anno successivo), in quanto andava da luglio a giugno dell’anno successivo.
Considerando la prescrizione quinquennale, quindi, a oggi è possibile fare domanda di arretrati, laddove non goduti, per i seguenti periodi:
- da luglio 2021 a febbraio 2022 (dopodiché c’è stato il passaggio all’assegno unico)
- da luglio 2020 a giugno 2021
- da luglio 2019 a giugno 2020
- da luglio 2018 a giugno 2019
- da luglio 2017 a giugno 2018
Requisiti
Per avere diritto agli assegni al nucleo familiare bisogna soddisfare determinati requisiti. Per gli arretrati, ovviamente, è necessario che i requisiti fossero soddisfatti anche per il periodo a cui questi riferiscono.
Nel dettaglio, questi spettano a:
- lavoratori dipendenti del settore privato;
- lavoratori dipendenti agricoli;
- lavoratori domestici e somministrati;
- lavoratori iscritti alla Gestione Separata;
- lavoratori dipendenti di ditte cessate e fallite;
- titolari di pensione a carico del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, dei fondi speciali ed ex ENPALS;
- titolari di prestazioni previdenziali;
- lavoratori in altre situazioni di pagamento diretto.
Altro requisito da soddisfare è quello per cui il reddito complessivo del nucleo familiare deve essere composto per almeno il 70% da reddito derivante da lavoro dipendente o assimilato.
Importi
L’importo spettante varia da diversi fattori: dal reddito, come pure dal numero di familiari a carico. A tal proposito, bisogna guardare le tabelle riferite al periodo in cui si richiedono gli arretrati, in quanto gli importi variavano ogni anno.
Ad esempio, di seguito riportiamo la tabella con gli importi riferiti agli assegni familiari erogati tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022.
Queste, invece, quelle riferite al periodo precedente (da luglio 2020 a giugno 2021).
Domanda assegni al nucleo familiare arretrati
È ancora attiva la procedura telematica, sul sito dell’Inps, per la richiesta di arretrati per gli assegni al nucleo familiare non goduti. Quindi, basta accedere all’apposito servizio, una volta autenticati al portale, e fare richiesta per i periodi non goduti.
Attenzione: non è sufficiente una sola domanda in cui vengono accorpati tutti i periodi, in quanto va fatta una singola richiesta per ognuno dei periodi per i quali si chiedono gli arretrati.
Chi deve pagare gli arretrati degli assegni familiari
Fatta chiarezza su alcuni aspetti fondamentali possiamo rispondere alla domanda su chi deve pagare gli arretrati. Ebbene, è il datore di lavoro del periodo a cui fanno riferimento gli assegni al nucleo familiare che ha l’obbligo di farsi carico di eventuali arretrati.
Questo significa che qualora la richiesta riferisca a periodi in cui l’avente diritto ha lavorato presso un datore di lavoro differente da quello attuale, sarà il vecchio datore di lavoro a farsi carico degli assegni familiari per la parte riferita a quello stesso periodo.
Nel caso in cui invece gli arretrati facciano riferimento a un periodo in cui questo era sotto contratto con l’attuale datore di lavoro, allora sarà quest’ultimo a doverli corrispondere.
È importante sottolineare, però, che gli arretrati degli assegni familiari, così come gli Anf stessi, vengono solamente anticipati dal datore di lavoro; è l’Inps, infatti, a farsi carico dell’onere previsto, ed è per questo che in un secondo momento sarà interesse del datore di lavoro chiedere il rimborso di quanto corrisposto ai propri dipendenti (o ex dipendenti).
Ci sono dei casi, però, in cui gli assegni al nucleo familiare, nonché i relativi arretrati, vengono pagati direttamente dall’Inps; vediamo quando.
Quando li paga l’Inps
Generalmente degli assegni al nucleo familiari si fa carico anticipatamente il datore di lavoro, tuttavia ci sono dei casi in cui è l’Inps a pagarne direttamente l’importo.
Ad esempio, è il caso degli assegni familiari erogati sulla pensione, o anche quando il richiedente è:
- addetto ai servizi domestici;
- iscritto alla Gestione Separata;
- operaio agricolo dipendente a tempo determinato;
- lavoratore di ditte cessate o fallite;
- beneficiario di altre prestazioni previdenziali.
Questi sono gli unici casi in cui a pagare gli assegni al nucleo familiare è l’Istituto stesso.
Arretrati assegni familiari nel caso di aziende cessate o fallite
Piccolo appunto finale per coloro che chiedono il pagamento diretto all’Inps degli arretrati degli assegni familiari nel caso di aziende che nel frattempo sono cessate o fallite. In questo caso, il richiedente che presenta apposita istanza all’INPS attraverso i servizi telematici messi a disposizione del cittadino deve anche allegare una documentazione aggiuntiva, quale:
- nel caso di cessazione dell’attività bisogna allegare la dichiarazione della ditta da cui risulti la data di fine attività, nonché i motivi della mancata erogazione dell’assegno e l’impegno a non effettuare il pagamento della prestazione successivamente al rilascio della dichiarazione;
- nel caso di ditte fallite, invece, all’INPS va inviata anche la dichiarazione del curatore fallimentare, con gli estremi del fallimento e l’esistenza del rapporto di lavoro. Il lavoratore da parte sua si impegna a non inserire nel passivo fallimentare gli arretrati degli assegni al nucleo familiare non percepiti.
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