Assegni al nucleo familiare e assegni familiari per le pensioni: quali sono le differenze, limiti e importi aggiornati al 2019.
Quando si parla di assegni familiari sulle pensioni bisogna fare una distinzione con gli ANF; alcune categorie, infatti, hanno diritto ai primi, mentre ad altre spettano gli assegni al nucleo familiare riconosciuti alla maggior parte dei lavoratori dipendenti.
In questi giorni in molti si stanno attivando per rinnovare la domanda per gli assegni al nucleo familiare (visto che questa va presentata ogni anno); ecco perché mai come in questo periodo è bene ricordare la differenza che c’è tra assegni al nucleo familiare e assegni familiari sulla pensione.
Gli ANF (assegni al nucleo familiare) sono una misura che si rivolge esclusivamente ai titolari di pensione - nonché ai loro familiari - a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, oppure dell’Enpals o dei Fondi speciali di previdenza.
Nel caso di pensionati ex lavoratori autonomi, invece, non si parla di assegni al nucleo familiare bensì di veri e propri assegni familiari. Ai titolari delle pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi - ossia quelle riservate ad artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri - infatti, l’INPS riconosce un contributo mensile della stessa finalità degli ANF (ovvero per contribuire al sostegno della famiglia) ma di un importo decisamente più basso.
In entrambi i casi, però, gli assegni familiari spettano al pensionato solamente se questo ha un reddito complessivo al di sotto delle fasce stabilite ogni anno per legge; vediamo quindi quali sono gli importi e le fasce di reddito a seconda della tipologia del pensionato in questa guida dedicata agli assegni familiari e agli ANF a loro riconosciuti.
Per quali familiari spettano
Sia gli assegni familiari per i pensionati ex lavoratori autonomi che gli ANF per quelli ex dipendenti sono riconosciuti anche nel caso di un nucleo familiare composto da un solo componente (ma solo se questo è titolare di pensione ai superstiti, orfano o coniuge).
È inoltre riconosciuto per il coniuge non separato legalmente e di fatto, ma anche per i figli, purché questi abbiano un’età non superiore ai:
- 18 anni;
- 21 anni se studenti o apprendisti;
- 26 anni se studenti universitari non fuori corso;
- nessun limite di età per gli inabili al lavoro.
Spetta inoltre per fratelli, sorelle, o anche per i nipoti, per i quali però si tiene conto degli stessi limiti di età dei figli.
Assegno al nucleo familiare
Come anticipato l’assegno al nucleo familiare spetta solamente nel caso in cui il nucleo familiare abbia un reddito complessivo inferiore ai limiti stabiliti annualmente dalla legge.
Nel dettaglio, per il 2019 il reddito massimo è di 101.499,40€; l’importo del contributo però si riduce progressivamente con l’aumentare del reddito. Per approfondire i limiti di reddito e i relativi importi degli assegni al nucleo familiare per pensionati (e lavoratori dipendenti) potete scaricare la tabella successiva. Importi che è importante sottolineare non sono soggetti a ritenute fiscali.
Il pagamento avviene tramite la rata della pensione; tuttavia gli assegni al nucleo familiare non sono riconosciuti automaticamente al pensionato poiché è questo che deve farne domanda.
Nel dettaglio, la domanda può essere presentata o insieme all’istanza per la liquidazione della pensione oppure in un momento successivo tramite la presentazione della richiesta di ricostituzione della pensione.
Alla domanda bisognerà allegare una dichiarazione reddituale nella quale si attestino i redditi del nucleo familiare, nonché un’autocertificazione attestante la composizione del nucleo stesso.
Qualora la domanda venga presentata dopo il riconoscimento della pensione il titolare avrà diritto agli arretrati, ma entro il limite dei 5 anni. Gli arretrati da più di un quinquennio, infatti, sono ormai caduti in prescrizione.
Potete farne domanda anche utilizzando l’apposito servizio Inps per la trasmissione telematica della richiesta (disponibile cliccando qui), oppure rivolgendovi ai servizi offerti da patronati.
Assegni familiari
Anche se spesso i due contributi vengono confusi, è bene ricordare che gli assegni familiari sono una misura differente - seppur con la stessa finalità - dagli assegni al nucleo familiare.
Gli assegni familiari, infatti, spettano anche ai pensionati iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, purché il reddito del nucleo familiare sia al di sotto di determinate soglie, descritti nella seguente tabella (gli importi sono stati aggiornati con la circolare 125/2018):
Nucleo familiare | Reddito familiare annuale oltre il quale cessa la corresponsione del trattamento di famiglia per il primo figlio e per il genitore a carico e relativi equiparati | Reddito familiare annuale oltre il quale cessa la corresponsione di tutti gli assegni familiari o quote di maggiorazione di pensione |
1 persona* | 9.836,93€ | - |
2 persone | 16.323,26€ | 19.548,85€ |
3 persone | 20.988,63€ | 25.131,95€ |
4 persone | 25.065,65€ | 30.017,58€ |
5 persone | 29.146,11€ | 34.903,26€ |
6 persone | 33.031,85€ | 39.557,62€ |
7 o più persone | 36.916,89€ | 44.211,22€ |
*L’ipotesi riguarda il titolare maggiorenne di pensione ai superstiti unico
componente il nucleo familiare
Se si rispettano i suddetti limiti, allora i pensionati hanno diritto ad un contributo mensile di 10,21€ per ogni familiare a carico (si considerano tali quando coniuge, un genitore e ciascun figlio hanno un reddito inferiore a 722,49€, 1.264,36€ nel caso di due genitori o equiparati).
Anche in questo caso deve essere il pensionato a presentare domanda all’INPS tramite la modalità “Invio Online di domande di prestazioni a sostegno del reddito” per la quale però è necessario essere in possesso del PIN Dispositivo.
In alternativa è possibile consultare il numero verde dell’INPS oppure rivolgersi ad un patronato.
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