Assegno di ricollocazione Reddito di Cittadinanza: a cosa serve e importi

Simone Micocci

27/06/2019

Anpal comunica l’introduzione del nuovo AdRdc, ossia l’assegno di ricollocazione erogato ai beneficiari del reddito di cittadinanza. Ecco a cosa serve, perché è importante e quali sono gli importi riconosciuti.

Assegno di ricollocazione Reddito di Cittadinanza: a cosa serve e importi

Nasce l’assegno di ricollocazione abbinato al reddito di cittadinanza, come annunciato da Anpal nella delibera 5/2019, denominato AdRdC.

Al pari di quanto succede per la Naspi, quindi, anche i percettori del reddito di cittadinanza possono richiedere la somma denominata “assegno individuale di ricollocazione” che si può spendere presso i centri per l’impiego, ma anche presso i servizi accreditati, così da aumentare le possibilità di trovare un nuovo lavoro.

L’assegno di ricollocazione, quindi, diventa parte integrante del reddito di cittadinanza, in modo da fornire a coloro che cercano un impiego un valido aiuto ai fini del raggiungimento di questo obiettivo.

Prima di vedere cos’è e come funziona il nuovo assegno di ricollocazione AdRdC è bene specificare che questo spetta solamente ai beneficiari del reddito di cittadinanza obbligati alla sottoscrizione del Patto per il lavoro con il CpI, ossia i componenti del nucleo familiare percettore della misura che soddisfano i seguenti requisiti:

  • maggiorenni;
  • non occupati (si considerano tali anche i cosiddetti working poor, ossia coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente inferiore agli 8.000€, mentre 4.800€ è la soglia per i lavoratori autonomi);
  • non frequentano alcun corso di studi.

Ma in che modo questo strumento favorisce il reimpiego dei beneficiari del reddito di cittadinanza? Ecco come funziona e quali sono gli importi che Anpal riconosce ai beneficiari dell’assegno di ricollocazione.

Assegno di ricollocazione con il RdC: è obbligatorio?

Qualora un beneficiario del RdC sia tenuto alla stipula del Patto per il lavoro con il centro per l’impiego, Anpal gli riconosce un assegno di ricollocazione spendibile esclusivamente presso i centri per l’impiego.

Prima di andare avanti e vedere come funziona questo strumento è bene chiarire che si tratta di una misura obbligatoria: al pari del mancato rispetto dei programmi finalizzati alla ricerca intensiva di un lavoro, infatti, anche la mancata attivazione dell’assegno di ricollocazione comporta la perdita del reddito di cittadinanza.

Assegno di ricollocazione con il RdC: come funziona?

Inizialmente i beneficiari del reddito di cittadinanza non devono far nulla per farsi riconoscere l’assegno di ricollocazione. È il centro per l’impiego, infatti, a comunicare ad Anpal il nominativo del beneficiario tramite “MyAnpal”.

La comunicazione avviene successivamente alla prima convocazione del beneficiario del reddito di cittadinanza, durante la quale si verifica - ed eventualmente si sottoscrive - che questo si trova in una delle condizioni tali da richiedere la stipula del Patto per il lavoro.

Spetta ad Anpal, su comunicazione del CpI, erogare l’assegno di ricollocazione; a questo punto spetta al beneficiario decidere presso quale soggetto spendere la somma riconosciuta. Può scegliere tra un centro per l’impiego competente anche su un altro territorio differente da quello di domicilio; si potranno scegliere anche enti privati (quindi non per forza pubblici) purché accreditati presso Anpal.

Questa decisione va presa entro 30 giorni dall’invio del messaggio con cui Anpal comunica il riconoscimento dell’assegno di ricollocazione. Nel contempo questo dovrà anche scegliere la data del primo appuntamento con il soggetto erogatore; ricordate che è a partire da questa data che decorre il periodo di assistenza per la ricerca di un lavoro, il quale ha una durata di sei mesi (prorogabili per altri sei).

Utilizzando il voucher dell’assegno di ricollocazione con un soggetto erogatore diverso dal Centro per l’impiego si attiva un programma di ricerca intensiva che comporta la sospensione del Patto per il lavoro; il CpI comunque verificherà che il beneficiario del reddito segua quanto stabilito nel nuovo patto e in caso di violazione degli impegni presi scatteranno le stesse sanzioni previste per chi non rispetta il Patto per il lavoro, quindi c’è persino il rischio che il beneficio decada.

Grazie a questo programma di assistenza intensiva, quindi, si puntano a massimizzare le probabilità di trovare un lavoro nel minor tempo possibile.

Assegno di ricollocazione RdC: importi

Per quanto riguarda gli importi dell’assegno di ricollocazione abbinato al reddito di cittadinanza dovete sapere che questo non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini Irpef, oltre a non essere soggetto all’obbligo di contribuzione previdenziale e assistenziale.

Nel dettaglio, l’importo dipende da diversi fattori, ossia dalla tipologia di impiego che il beneficiario del reddito di cittadinanza è riuscito ad ottenere grazie al supporto dell’ente da lui scelto. Gli importi sono i seguenti:

  • da 1.000€ a 5.000€ per una nuova occupazione con contratto a tempo indeterminato. Vale anche per l’apprendistato;
  • da 500€ a 2.500€ per una nuova occupazione con contratto a tempo determinato pari o superiore a 6 mesi;
  • da 250€ a 1.250€ per una nuova occupazione con contratto a termine della durata compresa tra i 3 e i 6 mesi. Questo, però, vale solo per le Regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

Come è ovvio, quindi, le agenzie saranno pagate solo dopo che l’occupazione è stata trovata.

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